Un uomo di 49 anni, bracciante agricolo di origine indiana residente a Fondi, è comparso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Latina con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e induzione al matrimonio forzato. L’inchiesta è scaturita dalla denuncia presentata dalla presunta vittima nel settembre 2024, che aveva portato all’emissione di un’ordinanza restrittiva nei confronti del padre da parte del GIP, su richiesta del pubblico ministero. Il provvedimento restrittivo imponeva all’uomo il divieto di avvicinamento alla figlia.
Durante la sua testimonianza in aula, la giovane ha ripercorso quanto già dichiarato agli inquirenti, descrivendo un clima di controllo oppressivo da parte del padre, che le avrebbe monitorato il telefono cellulare e l’avrebbe costretta a sposare in India un uomo con il quale non aveva alcun legame affettivo. La vicenda, dagli inquietanti contorni, ha rivelato ulteriori dettagli, tra cui la presunta opposizione del padre a che la moglie lavorasse, motivata dalla necessità di sorvegliare costantemente la figlia.
La difesa dell’imputato ha depositato nel corso delle indagini preliminari e durante il processo materiale fotografico e video relativo alla celebrazione del matrimonio in India. Il tribunale ha aggiornato l’udienza al 25 giugno per ascoltare ulteriori testimoni, tra cui i colleghi di lavoro della presunta vittima. Il dibattimento mira a fare piena luce su una vicenda che solleva gravi interrogativi sulla libertà personale e sulle dinamiche familiari.