Nel corso di un’indagine nazionale che ha coinvolto 56 città italiane, è emerso il coinvolgimento di un 45enne di Aprilia in una rete di scambio di materiale pedopornografico. L’uomo, titolare di un’azienda, è attualmente agli arresti domiciliari dopo che, il 13 febbraio scorso, nella sua abitazione sono stati rinvenuti centinaia di foto e video illegali, con vittime di diverse età. Il materiale era stato ottenuto attraverso chat create appositamente per lo scambio di contenuti pedopornografici, utilizzando una piattaforma di messaggistica ormai poco diffusa.
L’operazione, coordinata dalla Procura di Catania e condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica in collaborazione con il CNCCO (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) del Servizio Postale, ha portato all’arresto di 34 persone in tutta Italia. L’indagine, durata mesi, ha permesso di smantellare diversi gruppi dediti allo scambio di materiale illegale, tra cui immagini e video di minori abusati e persino contenuti con animali.
Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, gli investigatori della Polizia Postale sono riusciti a decrittare dati nascosti e a scoprire una vasta quantità di materiale illecito archiviato in cloud. Come ha sottolineato il procuratore di Catania, Francesco Curcio, l’indagine ha portato alla luce un “vaso di Pandora”, rivelando un fenomeno di gravità inaudita che ha lasciato migliaia di bambini segnati da abusi. «Molti degli indagati credevano di poter godere dell’anonimato della rete», ha dichiarato Curcio, aggiungendo che sarà fondamentale individuare le vittime per offrire loro il sostegno necessario.
Tra i 34 arrestati, tutti uomini di età compresa tra i 21 e i 59 anni, figurano anche individui coinvolti nella produzione di video con abusi sessuali su minori. Le province interessate dall’operazione, oltre a Latina e Catania, includono Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce, Viterbo, Avellino, Barletta-Andria-Trani, Frosinone, Varese, Vicenza e Cagliari. Tuttavia, le perquisizioni hanno interessato un numero ancora maggiore di località.
L’indagine è partita un anno fa con l’arresto di due persone nella provincia di Catania, durante il quale è stata rinvenuta una grande quantità di materiale pedopornografico. L’analisi dei loro dispositivi ha permesso di ampliare le indagini, portando alla scoperta di 25 canali di gruppo su una piattaforma online, dove sono stati scambiati oltre 15.000 file e video illegali.
«Il fenomeno della pedopornografia online è in crescita e deve essere contrastato con misure più incisive e restrittive», ha dichiarato il procuratore Curcio, sottolineando la necessità di un intervento più deciso per combattere questo ignobile commercio. L’operazione rappresenta un passo importante nella lotta contro la pedopornografia, ma evidenzia anche l’urgente bisogno di rafforzare gli strumenti di prevenzione e repressione per proteggere i minori da abusi e sfruttamento.