Con la riforma messa in campo dal Governo Meloni, la forbice tra gioco tradizionale e quello digitale rischia di diventare sempre più ampia. Con un rischio importante dal punto di vista economico e lavorativo.
È una riforma che ha lasciato l’amaro in bocca quella che il Governo guidato da Giorgia Meloni ha messo in pratica lo scorso aprile per quanto riguarda il gioco online. Una riforma che non ha portato grandi innovazioni, se non la regolamentazione di aspetti già noti, e che soprattutto non ha affrontato alcune questioni problematiche e annose del gioco terrestre.
“Il problema principale di questa riforma – ci spiegano gli esperti della redazione di Slotmania.it – è proprio quello di creare due mondi diversi, separati e distanti, facenti parte però dello stesso ambito del gioco pubblico”. Ma partiamo da un’analisi strutturale di quanto messo in campo sul fronte del gioco online, un settore in cui la riforma semplicemente inquadra ciò che era già sul mercato, ovvero le skin e i punti vendita, senza però delineare una visione strategica per il settore a lungo raggio. A spiegare bene la situazione è la parabola dei CTD, i Centri di Trasmissione Dati, che prima gestivano il gioco in modo più snello e funzionale, offrendo un carnet di giochi personalizzato e limitato, oggi, invece, un’organizzazione simile manca.
Ci sono poi due grandi questioni che rimangono irrisolte, come ha spiegato Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016: “La prima è un’azione forte del governo centrale che si impone facendo valere i suoi poteri – ha spiegato in questa intervista a Gioconews.it– la seconda è di lasciare agli enti territoriali la decisione su come gestire le concessioni”. La questione degli enti locali è problematica soprattutto per quanto riguarda il discorso del distanziometro, ovvero delle regole sulle distanze dai luoghi sensibili, che spesso sono incoerenti e paralizzanti per il settore. “Non esistono mappe chiare dei luoghi sensibili – precisano da Slot Mania – il che rende difficile aprire nuove sale da gioco rispettando le normative. Una riforma efficace dovrebbe risolvere questa confusione con criteri chiari e definitivi”.
Serve una riforma vasta, insomma, una riforma che sia in grado di unire il gioco terrestre e quello online. Gestire infatti le concessioni in maniera separata, come avviene oggi, vuol dire inevitabilmente lasciare qualcuno indietro. Un’estensione automatica delle licenze anche al canale online porterebbe invece diversi vantaggi. “Innanzitutto tutto maggiore praticità per i giocatori, che potrebbero utilizzare fondi disponibili sull’account online anche nei punti fisici – concludono gli esperti di SlotMania.it – senza parlare della riduzione dei costi operativi e dell’incremento dei ricavi per l’intera filiera, garantendo maggiori introiti sia per i concessionari che per lo Stato”.
Due realtà interdipendenti, collegate, unite, in grado una di attrarre nuovi utenti e l’altra di garantire trasparenza e credibilità. Per unirle davvero, però, serve una mano dal mondo della politica e delle istituzioni. Con una riforma che metta mano seriamente ai problemi e che riesca nell’impresa di unire una volta per tutte gioco online e gioco terrestre.