Il nuovo dossier di Cittadinanzattiva mette in evidenza contraddizioni significative nella gestione dei rifiuti urbani in Italia, con un focus particolare sul Lazio. Nonostante un incremento delle tariffe per i cittadini, i risultati sulla raccolta differenziata continuano a essere insoddisfacenti in molte aree.
Nel Lazio, le famiglie con un nucleo di tre persone in una casa di 100 metri quadri si trovano a pagare in media 376 euro di Tari nel 2023, con un aumento del 5,5% rispetto ai 360 euro dello scorso anno. Un incremento superiore al tasso d’inflazione nazionale, che rende il Lazio una delle regioni con le tariffe più alte d’Italia: ben 50 euro sopra la media nazionale.
Tra i capoluoghi laziali, emergono significative differenze territoriali. Latina e Frosinone si collocano agli estremi: nel capoluogo pontino, la spesa media è di 432 euro, mentre a Frosinone scende a 332 euro. Nonostante ciò, Latina registra una riduzione rispetto al passato, a differenza degli altri capoluoghi dove i rincari sono stati più marcati, con Frosinone che segna un aumento record del 10%.
Raccolta differenziata: un obiettivo ancora lontano
Nonostante l’aumento delle tariffe, i dati sulla raccolta differenziata sono deludenti. Nel 2022, nel Lazio la percentuale si è fermata al 54,5%, ben al di sotto dell’obiettivo nazionale del 65%. Anche in questo caso, si evidenziano forti disparità territoriali.Frosinone si conferma la città più virtuosa del Lazio, con il 69,6% di raccolta differenziata.
Latina, invece, continua a trovarsi tra i peggiori capoluoghi d’Italia, con un tasso del 44% e una produzione pro capite di rifiuti urbani pari a 520 chili per abitante, seconda solo a Roma.
Le famiglie pontine si trovano così a pagare tra le bollette più alte d’Italia.