Nelson Mandela diceva che “cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile”.
Per capire davvero quanto questa affermazione sia vera, pensiamo per un attimo a tutte le volte che abbiamo sentito il bisogno o il desiderio di cambiare drasticamente la nostra vita: è una sensazione che sopraggiunge dopo aver convissuto a lungo, e controvoglia, con una visione di noi stessi che non ci appaga fino in fondo. O probabilmente, che non ci aggrada affatto. Il primo istinto è quello di dire: “basta, da domani cambio tutto”, senza sapere che in quella manifestazione di volontà si celano insidie e pericoli che neanche immaginiamo.
Poniamo infatti che, insoddisfatti della nostra vita, decidessimo in un colpo solo di cambiare drasticamente la rotta percorsa fino a quel momento: la prima sfera sulla quale andremmo ad agire sarebbe senza dubbio quella delle abitudini.
Sì, perché siamo portati a pensare che è proprio all’interno delle nostre abitudini che si annidano i reali motivi della nostra insoddisfazione e della nostra incapacità di sentirci realizzati come vorremmo.
Ecco, quindi, che d’istinto iniziamo con il progettare una rivoluzione nella quale ridisegnare gli schemi quotidiani della nostra vita e della nostra persona, attraverso una modifica sostanziale delle nostre abitudini.
Potremmo partire decidendo di svegliarci la mattina prima del solito, di iniziare a curare la nostra alimentazione mangiando in maniera più sana, di dedicare un’ora al giorno all’attività sportiva per recuperare la forma fisica e smaltire qualche chilo di troppo, e, perché no, di aumentare il tempo che quotidianamente dedichiamo alla lettura.
Una vera sovversione delle nostre abitudini e della nostra quotidianità.
Una rivoluzione, che si infrangerebbe su di noi come un’onda nel mare in tempesta.
Ma siamo davvero sicuri che un cambiamento così repentino sia davvero ciò di cui abbiamo bisogno, e sia davvero ciò che può creare in noi una sensazione di benessere?
Ve lo dico subito: la risposta è no.
Creare una rivoluzione ha più potenziali aspetti negativi che probabili effetti benefici.
Per provare a cambiare noi stessi e la nostra vita dobbiamo lavorare sulle nostre abitudini, ma muovendoci a piccoli passi, e agendo sempre con una programmazione attenta e mirata.
Il vero scopo è quello di riuscire a cambiare le nostre abitudini senza andare a complicare, di conseguenza, la nostra esistenza, perché stravolgere da un momento all’altro ciò che siamo abituati a compiere da molto tempo, potrebbe portarci a mollare definitivamente con la nuova routine che ci eravamo prefissati.
Quando mi trovo a trattare questo argomento, mi viene sempre in mente lo scrittore americano William Durant, che sosteneva come noi siamo quello che facciamo giorno dopo giorno.
Per questo motivo, la padronanza di cui siamo in possesso per svolgere qualcosa è un’abitudine e non un’azione.
Si tratta di un concetto molto importante, perché spesso riteniamo che quello che facciamo derivi dalle nostre azioni, e invece scaturisce dalle nostre abitudini.
Questo significa che le abitudini che attuiamo ogni giorno, che possiamo definire abitudini ordinarie, danno come conseguenza risultati ordinari, e che mettere in pratica abitudini straordinarie darà luogo ad effetti che provocheranno risultati imprevisti e imprevedibili.
Ecco, quindi, che il modo migliore per costruire un percorso di cambiamento che possa essere solido e duraturo, non è quello di rivoluzionare noi stessi e le nostre abitudini dall’oggi al domani, ma di programmare un percorso che ponga di volta in volta l’attenzione su un singolo aspetto che vogliamo modificare.
Il rischio, altrimenti, è quello di incappare in un tracciato ciclico, nel quale maturiamo un grado di insoddisfazione che ci spinge a cambiare radicalmente le nostre abitudini quotidiane, per poi ritrovarci di fronte alla realtà che riuscire a smettere di fare quello che ormai è entrato nelle nostre abitudini non è così facile, e allora ricadiamo esattamente nello stesso schema dal quale volevamo fuggire.
In altre parole siamo di nuovo punto e a capo, nelle medesime situazioni, ma con un bagaglio di frustrazione maggiore, dovuto alla sensazione di fallimento scaturita dal nostro ritorno al punto di partenza.
Eppure quel cambiamento lo desideravamo così tanto, lo volevamo con tutto il nostro cuore e la nostra mente, ma poi, inspiegabilmente, non siamo riusciti a portarlo a compimento.
Per evitare che questo accada dobbiamo prima di tutto individuare i risultati che vogliamo raggiungere: iniziare un percorso di cambiamento ponendo l’attenzione sull’abitudine e non sul risultato che si vorrebbe conseguire è come guardare il dito e non la luna.
Se in una determinata abitudine si racchiudono i motivi della nostra infelicità, è solo avendo in mente un risultato chiaro da raggiungere che potremo intraprendere un percorso cosciente di quanto si andrà ad affrontare.
Questo è uno dei motivi per i quali quando ci troviamo a cambiare drasticamente qualcosa nella nostra vita, di lì a poco ci ritroviamo a fare i conti con l’incapacità di portare avanti quel cambiamento, perché non è all’abitudine che dobbiamo guardare ma al risultato che ci siamo prefissati.
Si tratta di un esercizio che prevede, però, grande pragmatismo, perché spesso l’entusiasmo, e la voglia di sognare, ci spingono a ricercare risultati importanti in tempi eccessivamente brevi.
Qui si cela uno dei paradossi della nostra natura umana: siamo esseri che tendono a sottovalutarsi per lungo tempo, ma che quando innescano un cambiamento corrono il rischio di sopravvalutarsi, facendo scelte avventate. Non bisogna mai cadere nell’inciampo di cercare un risultato nel giro di poco tempo, perché questo è assolutamente sbagliato.
Il tempo è un fattore fondamentale nella nostra vita, tanto più importante quando vogliamo raggiungere qualcosa che desideriamo davvero tanto: è per questo che è necessario concentrarsi soltanto su un’abitudine alla volta, affinché il cambiamento di quest’ultima si possa rafforzare adeguatamente, prima di di passare all’abitudine successiva.
C’è poi un altro errore che spesso può essere commesso quando si decide di cambiare un’abitudine, ed è quello di elevare eccessivamente il nostro obiettivo, con la speranza di cambiare più rapidamente. Niente di più falso.
È solo iniziando dalle piccole cose che si potrà raggiungere l’obiettivo finale.
Immaginiamo di voler iniziare a praticare la corsa: porsi come fine quello di tagliare il traguardo di una maratona non servirà a correre più velocemente verso il risultato prefissato. Quello che ci permetterà di centrare il nostro obiettivo è la costanza con la quale sapremo mettere un piede davanti l’altro, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, indipendentemente se sogniamo di correre una dieci chilometri, una mezza maratona o una maratona.
Non ha importanza il tempo che si impiega nel raggiungere un obiettivo, perché è decisamente più importante riuscire a raggiungerlo, e far sì che quanto conquistato con fatica e sudore possa essere acquisito come un aspetto della propria persona e della propria vita.
Si dice che la cosa difficile non sia vincere ma confermarsi. Anche per le abitudini è la stessa cosa: scardinare una situazione che ci provoca insoddisfazione è certamente meno difficile che mantenere a lungo nel tempo il nuovo modo di affrontare quella situazione.
Per far sì che non si mettano in atto rivoluzioni pericolose, che quindi ci si conceda il giusto tempo e ci si pongano degli obiettivi commisurati con la nostra vita, c’è uno strumento che può risultare determinante se adottato nella giusta maniera: quello di redigere una lista.
Mettere in elenco tutti i risultati che vogliamo raggiungere ci aiuta ad avere una visione d’insieme più ampia e nitida, che aumenterà la nostra percentuale di successo, di conseguenza tutelandoci da un possibile doloroso fallimento.
Per capire bene questo aspetto, immagina che tu abbia appena introdotto nella tua vita una nuova abitudine, ma dopo meno di una settimana te ne sia già dimenticato, pentito o semplicemente non sia stato abbastanza costante. Si tratta di una situazione davvero molto frequente quando si ha bisogno di sviluppare un cambiamento, e avere una lista può essere determinante, per rimanere sempre focalizzati sui risultati che si vogliono ottenere, anche se per uno o più giorni si è persa davanti a noi la meta che volevamo raggiungere.
La lista degli obiettivi da raggiungere è un po’ come un segnalibro, che ci verrà utile quando sentiremo di aver perso il filo del nostro cambiamento. Non solo: sarà anche un modo per ricordare a cosa stiamo ambendo, e per tenere traccia dei progressi fatti.
Una volta che una nuova abitudine sarà realmente acquisita, consultare la lista ci permetterà di guardare indietro e sentirci fieri del punto dove ci troviamo in quel momento.
Cambiare abitudini, così come cercare di raggiungere nuovi risultati, è come entrare un universo ampio e articolato, nel quale è fondamentale avere una guida e acquisire degli strumenti che permettano di essere efficaci nelle nostre azioni.
È per questo che ho dedicato gli ultimi mesi della mia vita alla costituzione dell’Academy “Comunicazione Vincente”, un innovativo percorso di formazione che ho studiato per aiutare tutti coloro che vogliono acquisire nuove competenze utili al miglioramento della loro vita e al raggiungimento della loro felicità.
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