E’ andata in archivio la 96° edizione degli Oscar 2024, la quale, ha visto la vittoria indiscussa, non solo come miglior film dell’anno, ma anche per altre importanti categorie, l’acclamato “Oppenheimer” di Christopher Nolan.
Il capolavoro di Nolan porta a casa ben sette statuette, praticamente la metà dei premi rispetto alle tredici candidature ricevute, una vittoria annunciata come quella del suo protagonista Cillian Murphy, come miglior attore, ma anche miglior film, regia, attore non protagonista (Un bravissimo Robert Downey Jr.), montaggio, fotografia e colonna sonora.
Nella cerimonia condotta da Jimmy Kimmel, alla sua quarta conduzione, personaggio di spettacolo più noto al grande pubblico americano che non da noi, c’è spazio anche per qualche sorpresa come il premio al maestro Miyazaki per “Il ragazzo e l’airone” o alla sceneggiatura di “American Fiction”, ma soprattutto per le quattro statuette raccolte dall’originale “Povere creature”, il campione di incassi “Barbie”, si è dovuto accontentare della sola migliora canzone!
Purtroppo ne esce sconfitta l’Italia con Matteo Garrone ed il suo “Io, capitano”, superato dall’incredibile pellicola “La zona di interesse” di Jonathan Glazer che tratta il delicato tema della deumanizzazione delle note vicende di Israele e Gaza. Poche ore prima dell’inizio dell’evento davanti al Dolby Theater si sono susseguite proteste e manifestazioni per il cessate al fuoco in Medio Oriente.
Tra le curiosità che possiamo segnalare, sono l’orario di inizio della serata degli Oscar, che nonostante il fuso orario italiano che porta a fare le ore piccole, la manifestazione è iniziata un’ora prima del consueto, forse avranno avuto pietà di noi europei nel seguire l’evento in diretta!
Dopo venti anni circa è stata la RAI a trasmettere l’evento in diretta, dopo il forfait di SKY che ha rinunciato ai diritti di trasmissione!
Dicevamo, non sono mancati alcuni fatti curiosi da evidenziare, il primo che la Disney, sono tanti anni di predominio nella sezione dedicata ai lungometraggi di animazione, quest’anno è rimasta orfana, non vi era infatti, nessun titolo a rappresentare la famosa casa di topolino.
Il secondo evento, il simpatico siparietto di John Cena, il noto attore e wrestler che è entrato nudo in scena, coperto da una grande busta che nascondeva gli evidenti limiti di censura per ricordare un noto fatto avvenuto proprio cinquant’anni prima, quando un attivista entro alle spalle di David Niven, completamente nudo per una forma di protesta!
Una grande emozione, al di là della delusione per il mancato Oscar al nostro Matteo Garrone è però giunta al momento dello scorrere dalle immagini che ricordano tutti coloro che ci hanno lasciato l’anno prima, IN MEMORIAN, la base musicale che accompagnava i tanti volti noti era di Andrea Bocelli, in compagnia del figlio Matteo che hanno intonato, la meravigliosa “Partirò”, in fondo un pezzo di Italia ha reso onore ad un momento che resta toccante e profondo da seguire!
Tornando ai premi, il secondo posto del podio, come ricordato prima, è andato a “Povere Creature”, il quale, ha messo in cassaforte premi come migliori costumi, makeup (Premio a mio avviso strameritato!), scenografia ed Emma Stone per la miglior attrice protagonista, secondo Oscar dopo quello di La La Land, per l’emozione le si è anche strappato il vestito nel salire sul palco, comunque, quattro Oscar ci ricordano la particolarità di questa pellicola, a tratti molto originale.
Corretto, a mio avviso anche l’Oscar a Da’Vinejoy Randolph per “Lezioni di vita”, una pellicola toccante e struggente, di grande spessore, dove le vite di tre personaggi, un insegnante, una cuoca (La Randolph) ed uno studente si incrociano ed ognuno con le proprie esperienze avrà da insegnare agli altri qualcosa sulla vita!
Temevo, purtroppo che “La zona di interesse”, avrebbe potuto essere una seria minaccia al film di Garrone, poiché correndo per il titolo di Oscar come miglior film straniero, aveva i numeri per vincere e così è stato!
In effetti, la cruda e profonda pellicola del regista britannico Jonathan Glazer è veramente potente e terrificante, descrivendo in modo disarmante quello che sta accadendo oggi nei territori di Gaza, in un equilibrio fra due mondi e due realtà che a malapena si percepiscono.
La pellicola ha vinto anche l’Oscar per il miglior sonoro, ebbene, dopo aver visto il film, ne ho compreso a pieno il motivo, gli effetti audio, i rumori di ambiente in cui il film ti immerge, creano nello spettatore, una forte inquietudine, semplicemente pazzesco!
Un altro film da tenere in visione per chi non lo avesse ancora visto, l’ottimo “Anatomia di una caduta” un thriller che non sembra un thriller, dove lo spettatore viene continuamente disorientato, una pellicola che saprà catturare ed incollare lo spettatore alla sedia, porta a casa l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, senza dimenticare la ottima figura fatta anche ai Golden Globe.
Accende la casella di un Oscar anche “American Fiction” che strappa l’Oscar come miglior sceneggiatura non originale a concorrenti come Oppenheimer e Povere creature, dimostrando che la pellicola di Cord Jefferson è un potente spaccato della letteratura afro americana, il film non è mai uscito da noi in sala, ma è disponibile per che voglia vederlo su una nota piattaforma di streaming!
Migliori effetti speciali al “Godzilla: Minus one”, ma onestamente avrei visto bene anche il potente film sulla vita di Bonaparte con Joaquin Phoenix, lo straordinario NAPOLEON, forse meritava qualcosa, invece è rimasto a bocca asciutta!
Rimasto a secco anche l’ottimo “Maestro” diretto ed interpretato da Bradley Cooper, tante le nomination per questo attore negli anni, ma non ha mai raccolto nulla, sarà per caso una maledizione alla Di Caprio? Forse sono forti e di maggior spessore i concorrenti contro i quali si è dovuto scontrare! Speriamo in maggior fortuna per lui in futuro!
Altro grande deluso, ma che ritengo una pellicola straordinaria, lunga quasi quanto Oppenheimer, era l’ottimo “Killers of the Flower Moon”, rimasta a mani vuote! Due sontuose interpretazioni da parte del duo “Italiaco” Robert De Niro e Leonardo Di Caprio sulla storia del popolo indigeno delle Grandi pianure americane, quando la Luna sa offrire i suoi migliori spettacoli, recitando qui il ruolo di protagonista. Ma non manca di coinvolgere altri attori, come le colline dell’attuale Oklahoma, impegnate nell’arricchire la scenografia con i tanti piccoli fiori che decorano i suoi prati, motivo del nome che i Nativi Americani le hanno donato: Flower Moon.
Assolutamente da vedere!
Arrivederci agli Oscar 2025!