Quando pensiamo ai fattori che concorrono al nostro miglioramento e al raggiungimento del successo nella nostra vita personale e professionale, spesso prendiamo in considerazione ciò che ci è stato tramandato nella nostra formazione di base.
Siamo stati culturalmente svezzati pensando che l’intelligenza, quella intesa nel concetto più “classico” del termine, fosse ciò che contasse realmente per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi. Ce lo hanno detto a scuola, e ce lo siamo sentiti ripetere per decine di anni, fino a far diventare quest’idea un caposaldo della cultura generale.
La ricetta per alimentare la nostra intelligenza era quella di concentrarsi nello studio, nella ricerca, in attività che dovevano riempire le nostre menti e le nostre anime di informazioni e nozioni.
Poi, però, avvenne una vera e propria rivoluzione culturale: nel 1995 lo psicologo e scrittore statunitense Daniel Goleman teorizzò quello che negli anni a venire avrebbe riscritto tutto il pensiero riguardo l’io e la crescita personale, parlando per la prima volta di “Intelligenza Emotiva“.
Fu un terremoto che sconvolse il modo di studiare e di pensare la personalità individuale, e che ancora oggi muove le menti degli studiosi grazie alle vibrazioni che continuano a propagarsi a distanza di anni.
La vera innovazione fu nel fatto di concentrare la nostra attenzione su quello che risiede già dentro di noi e non su ciò che doveva necessariamente essere assimilato dall’esterno. Si trattava, quindi, di cambiare il punto di osservazione: l’individuo non era più un contenitore da riempire, ma un contenuto da valorizzare.
In ognuno di noi ci sono già tutte le caratteristiche per essere donne e uomini di successo. Dobbiamo solo prenderne coscienza e impegnarci a svilupparle giorno dopo giorno.
Non a caso il primo elemento che forma l’intelligenza emotiva è l’autoconsapevolezza, che è la capacità di comprendere i propri stati emotivi e di riconoscerli come tali.
Se ricerchiamo un percorso di miglioramento della nostra persona, dobbiamo necessariamente acquisire un autocontrollo di noi stessi, che si fonda su una nitida autoconsapevolezza delle nostre emozioni. Per aiutarci in questo possiamo tenere un diario delle nostre emozioni, che ci aiuti a capire come influenzano i nostri pensieri e i nostri comportamenti.
Ma conoscere non basta: bisogna anche controllare e gestire le proprie emozioni e i propri comportamenti attraverso l’autoregolazione. Si tratta di un passaggio fondamentale, l’anello di congiunzione tra il conoscere e il saper domare. Parafrasando una celebre pubblicità di qualche anno fa, potremmo dire che “la consapevolezza è nulla senza il controllo”. Le tecniche di rilassamento e di gestione dello stress sono attività che aiutano a sviluppare l’autoregolazione: queste ci supporteranno nell’evitare di reagire in modo impulsivo alle situazioni difficili che dovremmo affrontare.
C’è poi la motivazione, quella che troppe volte riteniamo come la principale responsabile dei nostri successi e delle nostre sconfitte. In realtà la motivazione non è altro che la capacità di utilizzare le proprie emozioni per raggiungere i propri obiettivi. In altre parole la motivazione non è la benzina che ci permette di andare avanti nei nostri progetti, ma il modo in cui noi l’adoperiamo.
Gli ultimi due aspetti che formano l’intelligenza emotiva sono complementari e assimilabili: si tratta dell’empatia e delle abilità sociali.
L’empatia è la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri: per farlo è importante imparare ad ascoltare in maniera attiva, sapendoci calare nei panni dei nostri interlocutori. Le abilità sociali, invece, riguardano la facoltà di gestire le relazioni interpersonali in modo efficace: per questo è fondamentale saper risolvere i conflitti e stabilire relazioni sane e significative con gli altri.
Studi recenti hanno dimostrato che l’intelligenza emotiva può essere migliorata attraverso la pratica e la formazione, e che questa può avere un impatto positivo su molte aree della nostra vita, come la salute mentale, la carriera e le relazioni interpersonali.
È importante sottolineare come l’intelligenza emotiva non sia una capacità fissa, ma può essere sviluppata e migliorata nel tempo.
Ed è per questo motivo che l’intelligenza emotiva è un aspetto sul quale mi concentro fortemente nella mia attività di formazione e divulgazione.
Se ritieni anche tu importante sviluppare questa capacità, ti invito a leggere “Come migliorarsi per essere più felici”, il mio ultimo libro per Lab DFG, nel quale ho dedicato ampio spazio a questa tematica.
Se invece vuoi vivere un’esperienza che possa farti comprendere ancor più a fondo ciò di cui abbiamo parlato, ti invito a partecipare all’Academy “Comunicazione Vincente”, l’innovativo percorso di formazione che ho studiato per aiutare tutti coloro che vogliono acquisire nuove competenze utili al miglioramento della loro vita.
L’Academy si articolata su dieci appuntamenti, a cadenza mensile, che si svolgeranno a Latina, nei quali si andranno ad approfondire tematiche e aspetti che ci insegnino a ritrovare un corretto dialogo con noi stessi, per recuperare la forza di sfidare il convenzionale, guardando oltre gli ostacoli, reinventando così il nostro futuro.
Il primo appuntamento sarà lunedì 26 febbraio [email protected] per maggiori informazioni, prenotazioni.