Gennaio andiamo. È tempo di ricominciare, si potrebbe dire parafrasando una celebre lirica di Gabriele D’Annunzio. Ed è davvero così: con l’avvento del nuovo anno, torna quel tempo nel quale progetti e buoni propositi catturano la maggior parte dei nostri pensieri e dei nostri discorsi.
Basti guardare in questi giorni le home dei social network, dove un numero sempre maggiore di utenti condivide con i propri followers, quelli che sono gli obiettivi che sognano di raggiungere da qui al termine dell’anno.
Ma cosa si nasconde davvero dietro quella che può sembrare una semplice consuetudine?
Ogni anno, alle 23:59 del 31 dicembre, tendiamo a tirare nella nostra mente una linea immaginaria che delimiti quel che è accaduto nell’anno che sta per concludersi da quel che speriamo possa accadere nell’anno che ci attende. E solitamente i giorni che precedono quel momento sono il tempo nel quale sviluppiamo dei bilanci di quella che è stata la nostra vita personale e professionale negli ultimi dodici mesi.
È sempre complesso riuscire a chiudere i conti di quell’ideale esercizio esistenziale, nel quale tutto il compiuto e l’incompiuto prendono forma in un astratto rendiconto: all’interno vanno calcolate molte variabili, da quelle che non si sono potute controllare, come ciò che il destino ci ha inaspettatamente riservato, a tutto ciò che è stata la diretta conseguenza di ogni nostra singola azione. Ed è questo, in cuor nostro, che alla fine assume il peso maggiore.
Perché sempre più spesso riteniamo, a ragion veduta, che il nostro successo o insuccesso dipenda esclusivamente dalle nostre azioni: se ad una manciata di secondi dall’arrivo del nuovo anno sentiamo dentro di noi un senso di insoddisfazione, è perché probabilmente siamo consci di non essere riusciti a dare il massimo nei mesi e nelle settimane precedenti.
E, per la nostra mente, il riflesso più naturale è quello di gettarsi subito oltre quell’immaginaria linea che divide il passato dal futuro, sovraccaricando di aspettative, e a volte di ansie, il nuovo inizio che giunge con l’arrivo di gennaio.
Ma più che immaginare cosa sarebbe davvero appagante per noi cogliere nel nostro imminente futuro, sarebbe maggiormente utile focalizzarci sulle reali motivazioni che ci hanno fatto ritrovare con quell’ideale valigia carica di progetti irrealizzati e di frustrazione difficile da gestire.
E il minimo comune denominatore è spesso uno solo: il tempo.
Se stiamo vivendo questi primi giorni di gennaio come il momento del riscatto, è perché vediamo questi attimi come la possibilità di cambiare repentinamente rotta, per poter vivere un tempo nuovo e non soltanto un nuovo tempo.
Eppure, quella segnata dal calendario, è solamente una suddivisione convenzionale della nostra vita, che non dovrebbe influenzare in nessun caso il nostro vissuto. Thomas Stearns Eliot diceva che ogni momento è un nuovo inizio, e non c’è niente di più vero. Ciononostante tendiamo a ricercare quello che è universalmente riconosciuto come un istante zero, per dar inizio (o provare a ridare nuova linfa) ai progetti della nostra vita.
Il tempo, però, non è solo quell’ideale segno tratteggiato che proviamo a seguire come un’infinita linea di mezzeria sulla strada della nostra vita, ma è anche la causa del nostro bisogno di riprogrammare la nostra esistenza all’inizio di ogni nuovo anno: sì, perché alla base del mancato raggiungimento dei nostri obiettivi c’è la nostra incapacità di utilizzare correttamente il tempo che abbiamo a nostra disposizione.
Ne sciupiamo sempre in grandissima quantità, indaffarati in attività che non ci gratificano e che non ci sono realmente utili, trovandoci poi a rincorrere attimi che rappresenterebbero momenti fondamentali nella gestione delle nostre attività.
Basterebbero poche, piccole ma basilari regole ad aiutarci nel non disperdere la risorsa più importante a nostra disposizione. Prime tra tutte la costanza: riuscire a vivere il nostro tempo suddividendolo in una routine che possa mettere a frutto ogni minuto della nostra giornata è il primo passo verso il raggiungimento del nostro successo.
Ma come si può fare? Ad esempio, andando a dormire e svegliandoci ogni giorno sempre alla stessa ora: in questo modo daremmo al nostro cervello due punti fermi all’interno dei quali articolare tutti i nostri impegni. Definire il tempo di veglia, e quindi di attività, della nostra giornata, è come delimitare il nostro campo d’azione, e avere dei confini all’interno dei quali muoverci è la misura migliore per evitare di richiedere sforzi inutili al nostro corpo e alla nostra mente. Non solo: questo ci permetterebbe di organizzare le giornate secondo uno schema davvero solido, che ci garantirebbe anche la possibilità di ritagliare uno spazio di tempo quotidiano da dedicare ai nostri interessi. Così facendo, si acquisirebbe un senso di controllo sulla nostra vita, eliminando quella fastidiosissima sensazione di rincorsa continua del tempo che ci attanaglia abitualmente.
Al giorno d’oggi, tutti noi siamo presi da molteplici faccende, molte delle quali però non portano risultati ma solo perdite di tempo: ecco perché avere una suddivisione chiara delle nostre giornate ci aiuterebbe ad eliminare il superfluo a tutto vantaggio delle attività che producono benessere e profitto. Un altro esempio è quello di portare sempre con noi qualcosa da fare durante i lunghi periodi di attesa che possiamo trovarci a vivere. Che sia un trasferimento verso un determinato luogo o un tempo da trascorrere in una sala d’attesa, è fondamentale che quello che all’apparenza possa sembrare un tempo vuoto diventi un momento denso di attività: questo ci aiuterà non solo a raggiungere più velocemente i nostri obiettivi, ma anche a ridurre il senso di insoddisfazione che spesso tale situazioni portano a vivere.
Per aiutarti, infine, dividi la tua giornata in piccoli slot, anche di poche decine di minuti ciascuno, nei quali suddividere le attività da svolgere, e raggruppa quest’ultime in tre grandi categorie: quelle che possono essere trascurate, quelle che puoi delegare ad altri, e quelle che devi necessariamente svolgere da solo. Questo ti aiuterà ad avere una visione più nitida dei tuoi impegni all’interno dell’arco di ogni singolo giorno, organizzando meglio le tue settimane.
Teniamo sempre a mente un concetto fondamentale: il tempo è una risorsa indispensabile e insostituibile e una volta perduto non si potrà più recuperare. Sta a noi vivere ogni istante con la consapevolezza di quanto sia prezioso, per metterlo a frutto nella nostra vita.
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