Condanne per oltre 160 anni di carcere contro il clan di Silvio nel processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il gup Angelo Giannetti con la sentenza ha riconosciuto l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. Delle 19 condanne le pene più alte sono state inflitte a Carmine di Silvio, condannato a 20 anni, a Antonio, Ferdinando Di Silvio e Fabio Di Stefano a 19 anni. E’ la seconda volta che viene riconosciuta l’associazione di stampo mafioso sul territorio pontino.
Nell’ottobre del 2021 nell’operazione ‘Scarface’ della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Roma con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò e con i pm Luigia Spinelli e Corrado Fasanelli, erano state eseguite 33 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusato, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, furto, detenzione e porto abusivo di armi.
Alle indagini sviluppate mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, avevano contribuito anche le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. Gli accertamenti, partiti da alcune spedizioni punitive organizzate nel centro storico di Latina e da richieste estorsive rivolte ad esercenti commerciali della movida, hanno fatto emergere il tentativo da parte della famiglia Di Silvio di assumere il controllo del territorio. Oggi le condanne in abbreviato a 162 anni di carcere. (Adnkronos)