In questo articolo potrei utilizzare mille frasi fatte, tutto sarebbe più facile e sicuramente anche di maggior effetto. Questo però non è nella mia indole quindi ho scelto un monologo scritto da una donna che ha subito violenza, si è opposta, ha denunciato, ha avuto paura, sta ancora affrontando una battaglia legale ma è viva. E’ viva grazie alle istituzioni nelle quali spesso crediamo poco, e grazie soprattutto a se stessa, perché non ha mai avuto un ripensamento da quando ha denunciato, anche se ha fatto amicizia con l’ansia e la paura. Ha scelto di essere libera e di riprendersi l’autostima, la serenità.
Non mi dilungherò, c’è poco da dire in alcuni casi. Non posso far altro che esprimere la mia vicinanza e quella di tutta la redazione a chiunque subisca violenza, invitandovi a chiedere aiuto qualora voi ne aveste bisogno, magari anche tramite noi.
Vi invito a leggere e riflettere : Il sole c’è sempre, anche quando vi sembra di non riuscire più a vederlo.
“Da quel giorno sono in grado di sapere in anticipo quando pioverà. So anche che il sangue è salato, così come le lacrime.
Il buio, la sedia blu, e quella persona che mi offre riparo. Ha asciugato le mie lacrime e mi ha asciugata dalla pioggia. Mentre lo faceva mi parlava del sole, ricordandomi di cercarlo sempre. Così ho cominciato a disegnarlo per potermi ricordare come fosse.
Pioveva sempre, ero così abituata alla pioggia al punto di pensare che il sole non esistesse più. Ero sempre fradicia dentro al quel buco nero dal quale non riuscivo ad uscire.
Ogni volta che piove mi ricordo che sono viva e disegno il sole, lo scarabocchio distrattamente sui foglietti a lavoro, con il dito in aria disegno le linee che lo ricordano e quando sorrido cerco con gli occhi di trasmetterlo a chi ho davanti.
L’ho disegnato con le mani anche su quel banco di legno dal quale ho dovuto parlare.
E Il buco nero? È come il cielo, sta sempre lì e non si sposterà mai, però adesso di tanto in tanto lo apro, lo sfido, per fargli vedere cosa sono riuscita a fare. Chissà se si stupisce o se si vergogna per avermi considerata incapace!
Vedendomi da fuori è tutto così scontato, facile, folle.
Ti offro un raggio di sole, abbine cura e lascialo entrare. Tutti devono poterne godere. Non mi capisci vero?
Forse adesso sono felice anche se è una felicità dal retrogusto amaro, ma guardo il cielo, respiro forte e sorrido. So in anticipo quando pioverà e so anche che le lacrime e il sangue si asciugano al sole.”“L’ora del tea” nasce come un angolo nel quale rifugiarsi quando si è troppo stanchi, sovraccarichi.
Vuole essere il luogo in cui leggere una chiacchierata tra amici, che vuole riportare l’attenzione su quanto di bello lo spazio attorno a noi ha da offrirci.
I ritmi frenetici del quotidiano spesso ci fanno distrarre, non ci fanno accorgere di quante meraviglie ci sono.
Questo è il nostro invito a concedervi il tempo di un thè e rilassarvi.
Fabiana Grassi