Questo articolo può nuocere gravemente alle tue scuse e alla tua zona di comfort, se dopo averlo letto accusi sintomi come determinazione o voglia di fare, avvisa subito il tuo mental coach di fiducia.
Oggi voglio parlarti degli alibi, delle tante scuse che ogni giorno ci raccontiamo ma non sono riuscito a scrivere l’articolo perchè tra lavoro, sessioni e famiglia non ho avuto tempo!
Scherzo, era solo per fare un esempio delle storiette che ci raccontiamo quando dobbiamo fare qualcosa e la rimandiamo nuocendo gravemente alla nostra qualità di vita.
E’ una tendenza molto diffusa, probabilmente troppo, quella di procrastinare e portare a termine un compito in ritardo, incompleto o addirittura non farlo.
Ci serviamo degli alibi per giustificare un nostro comportamento errato, così da poterci sentire meno in colpa (o per niente) per il risultato che (non) abbiamo ottenuto.
Essendo un calciatore professionista da 7 anni e che ha intrapreso per crescita personale la strada del coaching prima da “coachee” (cliente) e ora da Coach, ho acquisito le risorse e gli strumenti adatti per portarti a conoscenza di alcune dinamiche mentali che come atleta ho vissuto personalmente e indirettamente.
Grazie a tali esperienze so riconoscere i pensieri e le emozioni che attraversano la mente ed il corpo dell’atleta in gara e come queste si convertono in azioni più o meno performanti.
“Struttura il tuo successo” è una rubrica realizzata in collaborazione con il Team di Davide Paccassoni.
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Vorrei portarti un esempio nell’ambito sportivo, un esempio frequente che può toccare molti atleti: prendiamo un calciatore che non è impiegato in partita, che viene rilegato come riserva, può vivere emozioni come frustrazione, rabbia, demotivazione, stress, invidia e/o ansia.
Cosa pensa?
Come approccia alla situazione?
Che “scuse” racconta a se stesso?
I pensieri più comuni che gravitano nella sua testa sono:
“Mi alleno male perchè il mister non mi fa giocare”
“Anche se mi impegnassi di più, non cambierei la situazione”
“Il mister non capisce niente, voglio andare in un’altra squadra”.
Di queste frasi ne ho sentite, quante ne ho sentite!
Quanto scritto è un esempio prettamente sportivo ma gli strumenti del coaching sono trasversali e sono applicabili in tutti gli ambiti della nostra vita che sia
sportiva, lavorativa o privata, poiché “ostacoli” di questo tipo li possiamo incontrare davvero in qualsiasi ambito o situazione e lo scopo più elevato di un mental coach è quello di aiutare le persone a riconoscere questi ostacoli e a far trovare soluzioni efficaci ed efficienti utili a raggiungere l’obiettivo prefissato, qualsiasi esso sia.
ANALISI DEL PROBLEMA
Riprendendo l’esempio fatto precedentemente, l’atleta che ha questo tipo di pensieri può rappresentare, nella media, quel tipo di giocatore che ha una forte convinzione di valere più degli altri e che non gli è stato dato ciò che gli spetta, pensando così che la colpa non sia sua ma di altri, del sistema, di una singola persona, ma assolutamente non sua; si sente di essere forte, il migliore, ma non giocando le partite crede che sia molto difficile che possa dimostrare il suo valore. Questo tipo di pensieri innescano nella mente dell’atleta anche altri pensieri negativi correlati; ad esempio che la colpa è sempre dell’allenatore, che quest’ultimo non capisce niente di sport e che l’unica soluzione possa essere quella di cambiare squadra così, magicamente, tutto si risolverà.
Quindi non si sente colpevole anzi, si sente superiore e addossa le responsabilità a tutti meno che a lui, guarda le situazioni solo ed esclusivamente secondo il suo punto di vista, evitando di mettersi in discussione, di parlarsi in maniera sincera e di scavare in profondità, ponendosi domande scomode.
Certo, è molto più facile credere questo piuttosto che iniziare una “discussione” interna e parlare apertamente a se stesso!
SOLUZIONI AL PROBLEMA – 3 PASSI
Ogni problema prevede una soluzione e come l’ipotetico problema scritto nell’esempio precedente, che può davvero coinvolgere tutti, esso richiede una serie di soluzioni da mettere in campo per risolverlo.
Andiamo a vedere insieme i 3 passi fondamentali per riuscire a trasformare tutti i pensieri limitanti (scuse, alibi, credenze negative e mancanza di consapevolezza) in pensieri potenzianti (domande mirate, senso di umiltà, consapevolezza, volontà di migliorarsi e crescere che conducono a soluzioni di qualità); quindi andare a riconoscere tutti quegli alibi, paure, ansie che non ci permettono di agire in maniera eccellente e trasformarli in azioni, comportamenti e soprattutto in soluzioni di qualità.
1° PASSO – PARLARE CORRETTAMENTE CON NOI STESSI.
Il primo passo da dover implementare all’interno delle nostre azioni è quello di iniziare a riconoscere le nostre oggettive responsabilità, eliminare tutti gli alibi che ci raccontiamo per prendere consapevolezza del perché ci troviamo in questa condizione, evidenziando ed eliminando le scuse che ci siamo raccontati, iniziando così a cambiare mentalità.
Chiedersi “Cosa potevo fare in più?”
“Cosa non ho fatto e voglio iniziare a fare?”
“Qual è il motivo per cui il compagno gioca al posto mio? E di cosa ho bisogno per crescere e migliorare?”
La soluzione è quella di iniziare ad essere chiari e diretti con se stessi, parlare correttamente essendo più onesti possibile, evitando di mentirci perchè, sotto sotto, sappiamo che non abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare!
2° PASSO – CAMBIARE IL FOCUS.
Sicuramente avendo fatto il primo passo di iniziare a parlarci con onestà e correttamente, le risposte che troverai ti condurranno ad un nuovo focus, sposterai la tua attenzione dove è giusto che sia. L’attenzione deve essere su noi stessi, bisogna essere focalizzati solo e soltanto su quello che è il nostro di percorso, senza farci portare via energie da agenti esterni, riuscendo così ad essere molto più concentrati e performanti.
Iniziare a spostare il nostro focus sull’obiettivo, relativo alle nostre prestazione e ai processi da attivare per aumentarne l’efficacia, è già un primo passo verso una focalizzazione su se stessi, su una sana responsabilità delle nostre azioni e che dipendono completamente al 100% da noi e da ciò che facciamo; così facendo riusciremo ad eliminare tutte le scuse, poichè il raggiungimento dell’obiettivo prefissato è sotto la nostra responsabilità e saremo noi a determinarne il risultato.
“Eh ma io come obiettivo voglio giocare le partite” disse il saggio.
Possiamo mantenere questo obiettivo, modificandone la forma.
Come?
Un’arma vincente è quella di utilizzare, nella composizione del nostro obiettivo, la frase “mettermi nelle condizioni di…”, così facendo spostiamo tutta l’attenzione su di noi e l’obiettivo non è più “giocare “X” partite”, ma fare di tutto per metterci nelle condizioni di poterle giocare, quindi saremo molto più focalizzati sul percorso, sulle azioni da compiere e sui dettagli.
Riscrivendolo in maniera corretta otterremo: “Mettermi nelle condizioni di giocare “X” partite in stagione…”.
Ora che abbiamo parlato con noi stessi, ci siamo prefissati un obiettivo corretto, che si fa?
Beh, si fa!
3° PASSO – MODIFICARE LE NOSTRE AZIONI.
Se vogliamo risultati diversi dobbiamo fare qualcosa di diverso.
Semplificando questa frase d’effetto ti direi: Iniziamo a correre!
Iniziamo ad agire, capire quali azioni ci stanno rallentando e quali invece potrebbero, se messe in atto, avvicinarci con rapidità al nostro obiettivo e potrebbero davvero metterci in condizione di essere:
- considerati dal nostro allenatore
- d’ispirazione per i compagni
- potenzialmente migliorati
- concentrati ad ogni allenamento
- capaci di gestire le nostre emozioni
- e molto altro…
Individua quali sono le azioni che devi davvero eliminare, abitudini scorrette e poco funzionali, magari le stesse scuse che ti racconti ogni giorno, in ogni momento, quelle scuse ti fanno stare comodo e sicuro ma che non ti portano da nessuna parte e trasformale in azioni rapide, veloci, utili e facili (almeno all’inizio) da mettere in atto e vedrai che passo dopo passo, azione dopo azione sarà sempre più stimolante vedere quanto effettivamente, tutto ciò che hai o non hai dipende solo ed esclusivamente da te.
Da come pensi, come parli e da come agisci.
IN CONCLUSIONE
Assumiti le tue responsabilità, fissa un obiettivo che dipenda solo da te e inizia a fare il primo passo.
Questo articolo è stato pensato e scritto per tutte quelle persone che vanno avanti d’inerzia, che sono bloccate e/o demotivate.
L’intenzione è quella di mettere in evidenza il fatto che con strumenti, pianificazione e determinazione siamo capaci di superare anche gli ostacoli più grandi che la vita ci mette davanti.
Possibilità.
Tutti abbiamo la possibilità di migliorare la propria vita, solo alcuni scelgono di farlo.
Tu, da che parte stai?
Pasquale di Sabatino – Sport Coach