– NOTIZIE FLASH – ROMA – Dalle mazzette di Mario Chiesa infilate nel wc cominciò la «grande slavina di Tangentopoli» (copyright Luciano Cafagna, insigne storico e socialista perbene scomparso di recente) che dopo quella di Milano portò tante altre procure a indagare sulla Prima Repubblica, fino a farla crollare. Dalle ostriche divorate da Batman-Fiorito è partita invece la valanga di Regionopoli che rischia di travolgere la Seconda Repubblica a colpi di inchieste di qua e di là nelle varie città. Per ora sono sette su venti le Regioni su cui i magistrati stanno indagando a proposito dei fondi destinati ai gruppi consiliari, che sono un bel pezzo di quello sconcio rappresentato dai costi delle giunte e delle assemblee lievitati del 98 per cento dal 1999 al 2010.
I trucchi sui rimborsi chilometrici per le automobili dei consiglieri regionali trovano in Basilicata il loro piccolo grande eden. Le spese di spostamento per Potenza di politici che già stavano a Potenza sono nel mirino del pm Woodcock già dal 2009. Con il risultato che adesso vanno a giudizio per truffa quattro consiglieri e ex consiglieri lucani: Prospero De Franchi (Federazione popolari di centro), Franco Mattia (Pdl), Giacomo Nardiello (Pdci) e Franco Mollica (Centro popolare). L’accusa è che i quattro abbiano percepito i rimborsi indebitamente perchè, in realtà, risiedevano a Potenza e non nei comuni dichiarati.
Il fatto è che in una regione tutt’altro che sconfinata i quaranta consiglieri hanno un rimborso minimo (escluso il carburante per il tragitto casa-consiglio che è pagato in più) di 3.240 euro mensili netti. Il doppio di quanto prende un professore di scuola media. Tremila euro di rimborsi (cui si sommano ovviamente lo stipendio di 3.000 euro più i soldi per la benzina) per partire dalla propria abitazione e per soggiornare nella remota Potenza due o tre volte alla settimana (anche quando, come i consiglieri indagati, proprio a Potenza abitano).
Capita che in quella città del profondo Sud ci sia la neve ma non in quantità sufficiente per godersi una settimana bianca sugli sci. Sennò chissà se si sarebbe spinto fino in Basilicata quel consigliere regionale del Piemonte – altra Regione su cui i pm Andrea Beconi e Enrica Gabetta stanno indagando – che con i soldi pubblici va a trascorrere lunghi soggiorni sulla neve delle Alpi.
Sempre con il trucco della falsa residenza, in Emilia Romagna – dove è appena stata aperta un’altra inchiesta a cura dei pm Plazzi e Scandellari già titolari dei fascicoli sulle spese della Lega e sulle interviste a pagamento dei consiglieri regionali – il pidiellino Alberto Vecchi avrebbe intascato 75.000 euro per recarsi a Bologna, dove già stava. Ora è rinviato a giudizio. Mentre i pm hanno scoperto che un consigliere dipietrista in una sera ha chiesto i denari pubblici per 4 cene avvenute contemporaneamente in 4 ristoranti diversi, oltre ad avere intascato i soldi per l’affitto di una sala per un convegno che mai s’è svolto.
In Campania le indagini interessano il periodo 2008-2012. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle si sono presentate nella sede della Regione, per acquisire i bilanci del quinquennio. Il fascicolo, in mano al pm Novelli e al procuratore aggiunto Greco, ipotizza il reato di peculato per eventuali sprechi e irregolarità addebitabili agli attuali consiglieri ma anche per l’attività degli esponenti della precedente assemblea. In totale, calcolano i pm, i consiglieri hanno ricevuto per l’attività del gruppo, la comunicazione e i portaborse 4.231.245 nel 2008; 4.182.141 nel 2009; 4.579.641 nel 2010; 4.469.891 nel 2011 e nel 2012.
In Sardegna rischiano di andare a processo 20 consiglieri per le spese del Gruppo Misto nella legislatura 2004-08. A 17 di loro (molti dei quali rieletti) è contestato il peculato: l’ipotesi è che parte del denaro destinato al funzionamento dell’attività politico-istituzionale sia stato utilizzato per spese personali: auto e vestiti, bollette, viaggi e cene.
Per altri 2 consiglieri l’udienza preliminare è il 15 novembre, mentre per il senatore del Pdl Silvestro Ladu, ex assessore, il processo si terrà il 5 novembre. Con i soldi del gruppo, secondo l’accusa, avrebbe fatto riparare anche l’auto della moglie. In totale gli contestano spese illegittime per 253 mila euro.
Del Lazio si sa. E la Sicilia? Quest’anno l’assemblea regionale ha versato ai gruppi 12,65 milioni e il procuratore Leonardo Agueci si sta chiedendo: quanti di questi soldi sono finiti in cene personali o familiari dei consiglieri o in finti stipendi per portaborse immaginari?
Continua… http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=222310&sez=ITALIA