“I tamponi di massa hanno un’alta percentuale di falsi positivi e falsi negativi“. Lo ha detto il virologo Giulio Tarro in una intervista rilasciata ad Affaritaliani. Secondo il dottore, intervenuto diverse volte nei dibattiti sul Coronavirus, i tamponi ai quali tutti si stanno sottoponendo, non darebbero risultati attendibili. O, per lo meno, evidenzierebbero dei “falsi” positivi, magari colpiti da una banalissima influenza.
Col tampone invece noi in Italia troviamo solo un acido nucleico e non si sa se è attivo o inattivo. Lo scopritore di questa macromolecola, il professore Mullis, premio Nobel, ci dice che l’acido nucleico potrebbe anche essere inattivo. L’inattivo è un virus morto. Infatti Mullis ha spiegato di non usarlo come test diagnostico. I tamponi danno molti falsi positivi e molti falsi negativi. Fare i tamponi non aiuta, troviamo principalmente asintomatici, 9 su 10. Assistiamo adesso alla diffusione non della patologia del Coronavirus ma alla resistenza anticorpale per la stessa malattia. La situazione è molto diversa rispetto a quella che abbiamo vissuto a marzo. Da noi l’emergenza è finita e quella che stiamo vivendo è la fase della cosiddetta immunità di gregge“. Dice Tarro. L’unico dato, secondo lui da tenere in considerazione sarebbero i numeri delle persone nelle terapie intensive che, per fortuna “ne abbiamo pochissime per il Covid“.
Il virologo spiega inoltre che in Inghilterra è presente un test che permette in 90 minuti di verificare se si è positivi al Coronavirus o se si tratta di una semplice influenza stagionale. Complice l’arrivo dell’inverno, infatti potrebbero registrarsi moltissimi casi influenzali e, sarebbe opportuno fare una dovuta differenziazione tra i positivi e i positivi “tarocchi”. A tal proposito dice: “Se i nostri politici, invece di seguire la ribalta mediatica, volessero importarlo e metterlo a disposizione della Usl non sarebbe male e sarebbe sicuramente utile (ride)! Per chi si ammala abbiamo poi un sacco di terapie, tra cui la sieroterapia che mi sembra tra le più efficaci. Ora bisognerà vedere chi, questo inverno, ha accumulato sacche di sangue dei pazienti guariti in modo da poter salvare chi sarà davvero in pericolo”.
In ogni caso occorre sempre rivolgersi al medico di base per le cure necessarie. Qualora le patologie dovessero durare più del previsto, sarà necessario un tampone. Solo in questo caso, altrimenti “non bisogna farsi ossessionare dai tamponi”. In particolare viene citato l’ospedale Cotugno di Napoli, che avrebbe registrato una vera e propria corsa al tampone.