Due enormi esplosioni, avvenute a breve distanza di tempo nella zona del porto, hanno devastato intere aree della capitale del Libano, Beirut.
I feriti sono, secondo il ministro della Salute Hamad Hassan, citato dall’agenzia Reuters, almeno tremila, ma il numero è destinato ad aumentare. L’ospedale principale della capitale ha riferito alla tv libanese LBCI, citata dall’agenzia Reuters, di avere in carico almeno 500 feriti — decine dei quali bisognosi di operazioni d’urgenza — e di essere costretto a rimandare altre persone in altri ospedali. Secondo quanto si apprende, ci sarebbe un militare italiano ferito, seppur in modo leggero, nell’esplosione.
I morti sono, sempre secondo il ministro della Salute, almeno 30: ma si tratta di un bilancio provvisorio, destinato ad aggravarsi. Il quotidiano libanese The Daily Star parla già di «decine di morti». Il ministro della Salute ha chiesto a tutti i medici e il personale sanitario di raggiungere gli ospedali della capitale per soccorrere i feriti. La Croce Rossa libanese ha riferito di un gran numero di persone sepolte sotto le macerie e intrappolate nelle loro case. Il premier Hassan Diab ha deciso che quella di mercoledì sarà, in Libano, una giornata di lutto nazionale.
«Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano», ha detto in lacrime il governatore della capitale libanese, Marwan Abboud.
Ancora nessuna certezza sulle cause dell’esplosione. Il primo scoppio sarebbe avvenuto, secondo notizie inizialmente riportate dalle tv locali, in un deposito di fuochi d’artificio. La seconda, devastante, esplosione sembra originare da un magazzino poco distante. Il ministro dell’Interno ha spiegato che a deflagrare, in questo secondo magazzino, sono stati materiali «altamente esplosivi» — «tonnellate di nitrato di ammonio» — sequestrati anni fa.