Stanno facendo molto discutere alcune affermazione rilasciate in queste ore da Giulio Tarro. Il virologo, ha rilasciato un’intervista alla ‘Fondazione Nenni’ dove ha parlato dei tamponi, del caldo e di alcuni recenti studi sul coronavirus.
Ma non solo, Tarro ha anche spiegato come non abbia senso imporre la quarantena di 15 giorni a chi risulta positivo ai test sierologici.
“Mi pare un’idiozia immane. Chi ha sviluppato gli anticorpi, cioè le IgG, è guarito: vale a dire che non può né essere infettato e tantomeno infettare. I tamponi, per giunta, non sono attendibili al 100%”.
Sono sempre di meno le persone che vengono ricoverate e che finiscono in terapia intensiva. Secondo Tarro questo dipende sia da un indebolimento del virus sia dal fatto di aver capito che cura somministrare ai pazienti.
“Si è capito che nei casi peggiori i polmoni non vengono colpiti da polmonite interstiziale, bensì da tromboembolie che vengono trattate con l’eparina a basso dosaggio nei casi estremi. Per non parlare delle cure farmacologiche: oltre alla sieroterapia, vi è l’impiego dell’idrossiclorochina, che è egualmente un fluidificante”.
Tarro è quindi a favore dell’idrossiclorochina, farmaco che recentemente Trump ha ammesso di prendere in via precauzionale ma che è stato bloccato dall’Oms. Inoltre continua a ribadire come il coronavirus venga indebolito dalle alte temperature.
“L’ho detto tantissime volte e non mi stancherò di ripeterlo. Del resto lo stiamo vedendo in questi giorni. Ci sono persone che provano a confutare questa evidenza portando come esempio quello che sta accadendo in Brasile o in altre zone consimili. Vorrei ricordare a costoro che dall’altra parte della linea dell’equatore le stagioni sono opposte alle nostre: noi siamo in Primavera/Estate; là, invece, sono in Autunno/Inverno”.
Tarro inoltre riporta uno studio sugli asintomatici pubblicato su PubMed.
“Hanno scoperto che un soggetto, positivo al Sars CoV2 ma asintomatico, è entrato in contatto con 455 persone sane. Ebbene, nessuna di queste ha contratto il virus. Quindi l’asintomatico non è infettivo per gli altri”.
Secondo il virologo, non serve mantenere sempre una distanza di un metro per evitare il contagio.
“Le goccioline sono elemento di trasmissione dell’infezione. Però bisogna distinguere da caso a caso. Per esempio, per chi starnutisce o tossisce, è chiaro che queste goccioline possono propagarsi per circa un metro. Ma se consideriamo il caso di persone che dialogano normalmente, ad una distanza di circa 20 cm – come del resto è scritto in ogni manuale di microbiologia – non avviene alcun tipo di contagio. Poi occorre considerare anche la carica virale: nei momenti in cui essa è al massimo, allora occorre più cautela. Ma ora che il Sars CoV2 non ha più questa carica così potente, si può stare tranquilli e non abbandonarsi a psicosi che, onestamente, credo non abbiano ragione di esistere”.
Per questo per Tarro indossare le mascherine comporta anche dei rischi, come spiegato in una precedente intervista:
“Le mascherine, oltre che favorire una concentrazione di anidride carbonica emessa dalla nostra attività respiratoria, sono anche recettori di germi di ogni tipo. Ora che si è in Estate non si possono indossare come se fosse un normale capo di abbigliamento. Le mascherine andrebbero fatte indossare a chi è infetto per evitare che il virus si sparga e al personale sanitario”.
In questi mesi, Tarro si è più volte scontrato con un altro infettivologo, Burioni annunciando anche di querelarlo. Su questo il napoletano dichiara:
“Il punto è che abbiamo avuto due categorie di scienziati che si sono distinti in modo netto su questa storia del Sars CoV2: una che ha fatto confusione – e abbiamo visto con che risultati, soprattutto in Nord Italia –; e un’altra che, al contrario, ha lavorato con serietà e ponderazione”.