In questi giorni di emergenza, dovuta alla pandemia di Covid-19, spesso i cittadini rivolgono un pensiero nei confronti di chi non può restare a casa, ma deve continuare a lavorare per il bene della comunità. E proprio in questa lista di lavoratori troviamo gli addetti alle vendite dei supermercati, che spesso vengono presi d’assalto dalla popolazione per fare ‘scorte di cibo’. Proprio per questo, abbiamo voluto fare una breve intervista a un commesso di un punto vendita di Latina di una nota catena di supermercati per capire quale sia loro situazione attuale.
Innanzitutto, ti vogliamo ringraziare per averci dato la possibilità di fare questa intervista. Allora, raccontaci un po’ la situazione in cui lavorate, gli orari di lavoro e come si è evoluta la situazione giorno dopo giorno.
“Appena uscita la notizia del virus abbiamo avuto assalti nel supermercato, la gente era allarmata. Svuotavano quotidianamente interi scaffali e andando avanti la situazione peggiorava sempre di più e le ore per noi aumentavano. Abbiamo dovuto mettere delle guardie all’entrata del supermercato, perché c’erano persone che prendevano questa situazione alla leggera, rifiutando di indossare guanti e di rispettare i metri di sicurezza. Ad oggi entrano quattro persone alla volta con l’obbligo di indossare i guanti. Le ore per noi sono passate da sei a otto e da otto a quindici al giorno, tra l’altro non pagate. Posso dire che il rispetto per tutti noi non esiste: la gente si lamenta perché non trova le cose sugli scaffali oppure se ci trovano a sistemare i rifornimenti e li intralciamo. Qualcuno senza mascherina tossisce senza mani davanti oppure tocca ovunque. Torniamo a casa stanchi, perché lavoriamo senza sosta e stiamo intere giornate chinati per sistemare i rifornimenti e a sollevare pedane e carichi per far trovare sempre tutto. E addirittura dopo la chiusura del supermercato, prevista per le 19.00, noi dipendenti rimaniamo a lavorare senza sosta, anche se in teoria dovremmo andare a casa.”
La vostra azienda vi ha fornito le giuste precauzioni per lavorare in completa sicurezza?
“I guanti ce li forniscono, ma le mascherine no.”
Quindi, è capitato a qualcuno di venire a lavorare senza protezioni?
“Allora, inizialmente a lavoro erano arrivate delle mascherine di carta, ma una volta finite abbiamo lavorato per vari giorni senza nulla, fino a quando non ce le siamo procurate autonomamente. Hanno provato a riparare con delle toppe le mascherine bucate, per non lavorare con mascherine fatte di fazzoletti ed elastici attaccati.”
E i clienti, invece, stanno usufruendo del servizio di consegna a domicilio che avete attivato oppure preferiscono venire direttamente loro?
“Poche persone sfruttano il servizio a domicilio. Le persone hanno paura, quindi creano lunghe file e preferiscono venire loro.”
E riguardo i rifornimenti, sono garantiti giorno per giorno o ci sono stati periodi, come purtroppo è successo anche per altri supermercati, in cui non hanno scaricato nulla?
“Abbiamo avuto parecchie volte dei problemi con i rifornitori. Non sempre siamo riusciti ad avere tutto come ordinato, quindi purtroppo anche noi come tanti altri supermercati abbiamo avuto questo problema. Magari per parecchi giorni non abbiamo scarichi e poi in un giorno ce ne ritroviamo troppi e questo ci costringe a lavorare il triplo.”
Vuoi fare un appello ai nostri lettori per concludere la nostra intervista?
“L’unica cosa che chiedo è di uscire il meno possibile da casa e di andare a fare spesa solo quando è necessario e non, come fanno in molti, per prendere una boccata d’aria. Tutti noi dipendenti ha una famiglia, c’è chi ha figli piccoli e chi ha nonni anziani in casa. Cerchiamo di fare questo sacrificio per noi, ma soprattutto per chi ci circonda. Siamo entrati in guerra, come tanti dicono, e questa guerra non ci sta dando tregua e non si fa scrupoli, ma tutti insieme riusciremo a uscirne vincitori. Quindi, #restateacasa !”