Iniziamo tutti forse a renderci conto del fatto che stiamo vivendo un periodo che sarà raccontato sui libri di storia, una grande guerra non fra gli uomini ma contro un virus, un nemico contro cui fare fronte comune.
Di questo avvenimento epocale sono consapevoli anche i ragazzi, a cui affidiamo volentieri alcune riflessioni: queste sono le parole di una studentessa di 15 anni di Latina, Giulia Bucci, che raccontano bene il sentimento che anima tanti di loro.
“Non mi sono mai ritrovata in questa circostanza. Però ci sono e ci provo. E devo dire però che è davvero dura, però ripeto, ci provo! Le scuole chiuse fino a non so quando, il coprifuoco delle 19, fuori ai supermercati la gente che fa la fila, chi con la mascherina, chi senza, bar chiusi, teatri, cinema e pista ciclabile.
Ammetiamolo non ci saremo mai immaginati una situazione del genere, eppure ci siamo e dobbiamo affrontarla in qualche modo. La gente però, dico alcuni, non tutti, continua ad uscire nonostante le persone muoiono ogni giorno. “Oggi alle 14 solita corsetta al mare?” “Ci facciamo un aperitivo da me?” “Dai andiamo in spiaggia a vedere il tramonto”. Ammetto che esiste gente che lo fa e lo dice, ma perché? Perché dicono che le madri dei cretini siano sempre incinte. Quelle persone che ho appena descritto sono persone che non conosco il valore di famiglia, perché qui non si parla di famiglia formata da padre, madre e figlia, si parla dell’intera Italia, seguita poi dalla Cina, Spagna, America, e chi ne ha ne metta.
Quelle persone che ho appena descritto non sanno che magari c’è un ragazzo che a casa sta soffrendo perché magari il nonno o semplicemente il padre è in ospedale a causa di questo virus; che questo ragazzo è costretto a sentirlo tramite videochiamate se ne è possibile, che piange ogni sera nella sua stanza e prega e non riesce ad immaginare quello che sta accadendo al suo parente perché è così assurdo, così assurdo anche da pensare. Veramente? Veramente alcuni non ci arrivano? Veramente ci è servito questo tipo di virus per ricordarci di lavarci le mani? Io come mi sento? Io non so più come sentirmi, è diverso. È tutto nuovo per me come per tutti quanti. C’è chi però sta a casa e se la passa bene, chi ne approfitta per non andare a lavorare e chi per finire le sue serie preferite su netflix. Io però continuo sempre a sentirmi persa, diciamo quasi vuota.
Si mi sento vuota, non riesco più a pensare, tanto che sono arrivata alla conclusione che ho più contatti con la realtà tramite i sogni che con la vita vera. “Puoi riflettere su te stessa in questo periodo” dicono, “puoi capire di chi hai veramente bisogno” affermano, “puoi allenarti così quest’estate sei più bella” esclamano! Ma cos’è che devo capire? Sono chiusa dentro casa penso da più di 10 giorni, le mie giornate sono tutte uguali e sento splendere il sole sulla mia pelle solo tramite la finestra. “Hai un gran balcone, perché non esci e prendi un po’ d’aria?” mi chiedono, io rispondo sempre che prenderò aria solo quando l’aria sarà pulita veramente, ora ammiro il tramonto solo attraverso una vetrata e mi rattrista sa. Mi rattrista vedere le stelle in cielo la sera, magari le invidio anche un po’, loro sono così libere lassù, così in alto,io no, noi no! Eppure ci siamo messi noi in questo enorme casino, “come ne usciamo fuori?” urlano. La risposta è ormai scontata, saprai solo vivendo.
Ma quanto tempo ancora ci è rimasto per vivere? Ma questo è vivere? Questo non è vivere, qualcuno mi sta togliendo i giorni più belli della mia vita, forse per dispetto, per compassione, forse perché voleva così, forse perché è dispettoso. Quello che penso io è stiamo a casa, scopriamo noi stessi: leggiamo, impariamo a cucinare, a scrivere, a dormire di più, a fare attività fisica davanti la televisione, a studiare, a rifare il letto, a riordinare la camera, stiamo chiusi in casa, non usciamo, perché si fa festa dopo. Ci divertiamo dopo, e ridendo e scherzando dentro un bar ricorderemo di questi giorni. Sapete la cosa più brutta qual è ? Se ogni giorno, ogni singola persona pensa “tanto il virus a me non fa niente”, “tanto colpisce i vecchi”, “io sono giovane”, quanti altri giorni dovremmo aspettare per la libertà? Per continuare a vivere come prima ? O magari meglio di prima? Io vorrei solo godermi l’estate, sentire il calore del sole che scotta sulla mia pelle, sentire il vento accarezzarmi i capelli, guardami allo specchio e ridere per l’abbronzatura del costume. Vorrei solo correre all’alba al mare e poi tuffarmici dentro, sentire addosso l’acqua gelida e le onde battersi su di me, vorrei solo sentire la sabbia bagnata sotto i piedi quando esco dall’acqua che giuro mi da fastidio, ma mi manca. Vorrei scherzare fino a tardi davanti un tavolino con nuovi amici, urlare, vorrei solo godermi la mia giovane età. Ma sapete non è giovane la mia età, beh si, ma lo è anche la vita.
La vita scorre in fretta, come quando per sbaglio ti rovesci il caffè addosso la mattina, sapevi che stava per caderti addosso ma non hai potuto fare niente per fermare il tempo. Già il tempo non si ferma, va avanti. Ma perché trascorrerlo così? Perché non soffriamo solo per 5 minuti per poi goderci l’intera ora. La cosa più brutta è non potere abbracciare i miei genitori, mia sorella più grande che non vedo mai, o non potere andare a vedere mia nipote da poco nata. Questo mi fa rabbia. Io vi giuro che la prima cosa che farò quando finirà questo incubo sarà abbracciarli tutti, perché nonostante li veda ogni giorno, ogni attimo, ogni secondo della mia vita, mi mancano e giuro anche questo, non l’avrei mai detto. Sapete come mi sento veramente? Mi sento male perché ci sono giorni che la prendo bene questa quarantena e altri giorni in cui il mio ego urla talmente forte dentro di me da spaventarmi. “Per quanto ancora può durare?” mi chiedo.
Seguo ormai tutto online, compiti e videoconferenze e devo dire che la scuola si è aggiornata davvero bene, ma ogni volta che entro in chiamata perché devo seguire una lezione per esempio, mi piange il cuore: vedere il professore o professoressa, i miei compagni. Stiamo buttando all’aria i nostri pochi anni rimasti. E ripeto dico pochi perché per me, me ne mancano ancora tanti, ma volano. Vorrei ora volasse solo questo tipo di tempo. Vorrei tornare a scuola, non l’avrei mai detto, giuro! Vorrei svegliarmi prima di tutti, e una volta che sono pronta li vorrei chiamare, vorrei tornare ad essere interrogata dal vivo perché la sensazione di ansia è ancora più vera. Vorrei uscire da scuola e andare a sfondarmi al mc. Vorrei solo riprendere la normalità. Mi manca la mi vita, la mia famiglia anche se la ho accanto ogni giorno. Mi manca vedere volti diversi per la città. Mi manca fare tardi il sabato sera. Esiste il tasto replay? Ci darà il tempo un’altra possibilità per vivere meglio? Ci darà il tempo, tempo per recuperare il tempo perso? “