Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Valentina Vinci:
“Sono Vinci Valentina, moglie di Travali Angelo detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Fino ad oggi abbiamo accettato seppure con tutte le difficoltà del caso, le regole della giustizia italiana. Siamo una famiglia con tre bambine di 12, 7 e 6 anni, e viviamo una situazione di grandissimo disagio come tante altre,ma non è questo l’argomento centrale della mia lettera bensì la situazione contingente che sta coinvolgendo tutto il mondo con la pandemia del Coronavirus.
Le notizie che ci giungono rispetto le condizioni di detenzioni di mio marito, come di tutti gli altri, sono di grande preoccupazione e sono in violazione dei decreti emessi dal Governo, che prevedono il penale per chi non le rispetta, mentre in carcere vengono violate continuamente senza che nessuno intervenga: distanze di sicurezza, igienizzazione delle superfici e degli ambienti, controlli e tamponi sui sospetti malati e così via. Che ognuno dei detenuti debba pagare il proprio debito con la giustizia non è in discussione, è in discussione invece il diritto alla salute che ognuno ha insieme al diritto di vedere la propria famiglia ed i propri cari. Per sedicenti norme di sicurezza, avete interrotto le visite, mentre sia guardie che medici volontari ed altri entrano ed escono dalle carceri con grande disinvoltura con il grande rischio di contagio: tant’è vero che in alcuni carceri il contagio è entrato, con previsioni disastrose che facilmente si possono capire.
È entrato in Lombardia, e veniamo a sapere anche nel carcere di S. Maria Capua Vetere, e questo è quello che trapela sulla stampa. La polemica non è lo scopo della lettera, già ce ne sono tantissime sui media, sulla stampa e così via, ma quello di chiedere che si intervenga con provvedimenti concreti in salvaguardia della salute dei detenuti: è vero che devono pagare il loro debito verso la giustizia e la società, ma questo lo stanno facendo con la privazione della loro libertà e non deve accadere che vengano privati anche della loro salute. Riguardo alla salute non ci sono cittadini di serie A e serie B, di fronte alla salute, come di fronte alla giustizia, siamo tutti uguali e dobbiamo essere trattati allo stesso modo.
Non abbiamo notizie, non sappiamo cosa succede tra le mura delle carceri, una grossa meraviglia mediatica sulle rivolte effettuate, ma quale strumento c’era per farsi sentire, per denunciare il sovraffollamento, la mancanza di presidi sanitari, abbandonati dentro una cella 3×2 in due persone, per 22 ore al giorno, chi si prenderà la responsabilità di quello che succederà, cosa direte alle famiglie: che siccome non stavano al di sotto dei 18 mesi potevano essere contagiati? I detenuti vanno messi tutti in sicurezza e una volta passato il pericolo ognuno di loro continuerà a scontare la propria pena, ma in salute come sono entrati.
Chiedo allo stato a nome di tutte le persone che stanno vivendo la mia stessa situazione di intervenire immediatamente prima che la situazione degeneri in maniera irreparabile. VINCI VALENTINA”