50 anni di storia per la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Maenza, che affonda le sue radici nel lontano 1969, ideata dall’allora parroco del paese Padre Roberto Fastella, che ebbe l’idea di trasformare la processione del Venerdì Santo in una rappresentazione teatrale in costumi d’epoca. Un evento che in tutti questi anni ha animato la città maentina ed i suoi abitanti.
Circa 400 persone, giovani, uomini, donne e bambini di Maenza, nei giorni della Settimana Santa si trasformano in altrettanti attori per interpretare i ruoli dei personaggi della Bibbia e del Vangelo: Gesù, Apostoli, Giuda, Caifa, Pilato, Erode, centurioni, soldati, plebe, Maria, Veronica, Maddalena e pie donne, ripropongono dal vivo il dramma storico svoltosi quasi duemila anni fa a Gerusalemme le cui ambientazioni vengono ricostruite nei luoghi del caratteristico centro lepino, trasformato per l’occasione in un teatro a cielo aperto.
Una piccola appendice preannuncia la rappresentazione del venerdì. Il giorno della domenica delle Palme, viene riproposto, alle porte del paese, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, che a cavallo di un’asina e seguito dagli Apostoli viene accolto trionfalmente da decine di figuranti in costume ebraico. Lungo il percorso che si snoda fino al centro storico, si svolgono altre scene che riguardano la vita di Gesù: il Battesimo di Gesù ad opera di Giovanni il Battista, la lapidazione dell’adultera, l’incontro con il centurione romano, la guarigione del cieco e la cacciata dei mercanti dal tempio.
La macchina organizzativa in questi giorni prosegue incessantemente il suo impegno fino al giorno della grande rappresentazione della Passione, dalle scenografie a grandezza naturale alle luci, alla colonna sonora, ai costumi ed alle corazze realizzate da artigiani del settore. In questi giorni il centro del paese acquista l’aspetto di una piccola Gerusalemme, con le scene distribuite lungo un percorso di 3,5 km.
Nel corso degli anni la Rappresentazione del Venerdì Santo si è evoluta e migliorata, fino a diventare una delle espressioni di teatro religioso più spettacolari nel panorama europeo.
Nel 1999 nasce l’Associazione Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, che l’anno successivo entra a far parte dell’EUROPASSIONE, un sodalizio Europeo che riunisce le associazioni che mettono in scena la Passione di Cristo e nel 2003 ha contribuito alla nascita di EUROPASSIONE PER L’ITALIA, sodalizio tra le Associazioni italiane.
Benito Trichei, sarto e costumista di fama internazionale, con i suoi preziosi costumi contribuì a dare una maggiore visibilità alla manifestazione. A seguito delle relazioni intraprese con i migliori laboratori teatrali di Roma come il calzaturifico Pompei, Rancati per l’attrezzatura scenica, il Laboratorio Pieroni per armature e copricapo e Rocchetti per parrucche e trucco, la Passione di Maenza diventa sempre più un’opera teatrale con tutte le caratteristiche che la rendono, agli occhi del pubblico, una delle rappresentazioni più emozionanti e spettacolari di tutto il panorama internazionale, pur rimanendo nei confini del teatro popolare costituito da “attori” non professionisti.
Nel corso degli anni la Rappresentazione del Venerdì Santo ha ricevuto numerosi riconoscimenti e apprezzamenti sia in ambito religioso che culturale: nel 2013 viene scelta dal Vaticano per partecipare alle riprese del Video Catechismo della Chiesa Cattolica, un’opera colossale tradotta in 37 lingue e distribuita in tutto il mondo.
Attualmente la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Maenza è candidata, tramite la “Rete delle Passioni” a diventare patrimonio dell’UNESCO, un procedimento promosso da Europassione per l’Italia, con l’intento di far riconoscere le performing art della Settimana Santa come bene immateriale dell’umanità. Sempre nell’ambito delle iniziative promosse da Europassione per l’Italia, lo scorso 30 marzo 2019, a Matera, una delegazione di diciassette attori della Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Maenza, ha preso parte alla Passione tra i Sassi. Una esecuzione condivisa tra i sodalizi aderenti all’Europassione, alla quale i figuranti maentini hanno partecipato indossando gli abiti che furono cuciti per loro dal maestro Benito Trichei.
Questa cinquantesima edizione sarà molto importante sotto questo profilo non solo per l’anniversario che rappresenta, ma anche per confermare e sottolineare oltre ai valori di fede e preghiera, anche gli aspetti che la qualificano come patrimonio immateriale già censito presso l’archivio del Ministero per i beni e le attività culturali.