Dopo circa 2 mesi di attività, in casa Accademia Sport si traccia un primo bilancio, a spiegarci il progetto è il responsabile della scuola calcio Mirko Giorgi: quest’anno eravamo partiti con l’intento di costruire un qualcosa di diverso nell’ambito della scuola calcio, lavorando su quello che dovrebbe essere l’aspetto fondamentale in ambito sportivo, cioè insegnare calcio attraverso il gioco non tralasciando però mai l’aspetto educativo come base principale dell’insegnamento.
Ad oggi possiamo dire di essere sulla buona strada, stiamo lavorando su importanti iniziative che andremo a svolgere durante il corso dell’anno; tante realtà del nostro territorio stanno sposando appieno il nostro progetto dandoci supporto e appoggio anche e soprattutto nel lavoro quotidiano che stiamo svolgendo; e proprio in ambito di iniziative il 3 dicembre siamo stati invitati da un’azienda farmaceutica (haupt pharma), per un incontro conoscitivo con i nostri ragazzi. In quell’occasione ci verrà consegnato, da parte del direttore di stabilimento, del materiale tecnico. L’incontro è stato fortemente voluto anche per far conoscere ma soprattutto capire che in un momento di particolare difficoltà per il mondo del lavoro, realtà importanti sono comunque pronte a supportare iniziative che riguardano attività rivolte ai giovani.
Il nostro intento è quello di allargare gli orizzonti, non cercando soltanto, come purtroppo noto in tante altre realtà, di svolgere attività finalizzata al raggiungimento del risultato;secondo il mio punto di vista sarebbe opportuno rivedere il tutto, non pensando soltanto di creare nei ragazzi facili aspettative. Il calcio giovanile ha subito un grande ridimensionamento, proprio per quello che dicevo prima, noi nel nostro piccolo stiamo cercando di lavorare in maniera diversa, provando a ripercorrere ciò che l’attività giovanile è stato in passato,quando la nostra provincia si distingueva per settori di alto livello creati con la passione e il lavoro mirato ad una crescita costante sia sotto l’aspetto tecnico ma soprattutto sotto l’aspetto umano senza la spasmodica ricerca di raggiungere ad ogni costo la vittoria. E’ troppo semplice elargire elogi quando si vince, è molto più difficile insegnare la cultura della sconfitta, soprattutto a fasce di età più piccole.
Concludo,affermando,che è possibile lavorare in questa direzione, ma siamo consapevoli, che la strada da percorrere è lunga e insidiosa, anche perché purtroppo il nostro territorio ma soprattutto chi “lavora” per il suo sviluppo, non offre nulla per favorire il tutto anche a livello di infrastrutture, ponendo ostacoli e cavilli alla creazione di impianti per svolgere le attività.