Nessun rischio di avvelenamento da fumi ma eventuali problemi di irritazione delle vie respiratorie se si dovesse sostare nelle vicinanze del rogo per un tempo prolungato. Questi i possibili rischi per la popolazione legati all’incendio di un sito di stoccaggio di rifiuti industriali sulla Pontina, a Pomezia, che da stamani tiene impegnati i vigili del Fuoco. A dichiararlo è stato il tossicologo Paolo Soave, del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma.
Continua intanto il monitoraggio dei tecnici dell’Arpa Lazio per valutare i danni ambientali
La nube è in dissolvenza, anche se nella città interessata e nei comuni limitrofi, resta il consiglio di tenere finestre e porte chiuse. Il vento che spira dalla costa avrebbe spinto i fumi sprigionati dal rogo verso l’entroterra, quindi i comuni più a rischio restano Pomezia, Velletri,i Castelli Romani, la periferia di Aprilia e Cisterna.
La Regione Lazio ha diramato una nota stampa per quanto riguarda gli accessi al pronto soccorso
“In seguito alla nube sviluppatasi a seguito dell’’incendio al deposito di plastica di Pomezia, non si sono registrati ad ora, accessi nei Pronto soccorso degli ospedali del Lazio correlati a intossicazione. Fin ad ora l’Ares 118 è intervenuta solamente per portare soccorso a due vigli del fuoco, il primo a causa di un lieve malore e l’altro per una leggera distorsione al piede. E’ stato inoltre allertato l’Istituto zooprofilattico Lazio–Toscana per monitorare gli allevamenti presenti in zona”.
Duro l’intervento invece di Legambiente che chiede immediate verifiche
“Questo è uno dei peggiori incendi di rifiuti degli ultimi anni e va fatta immediata chiarezza su cause e conseguenze – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, che possono essere molto gravi per il territorio interessato, dato soprattutto l’inquinamento potenziale che le plastiche incendiate potrebbero diffondere e far ricadere al suolo. Chiediamo ad Arpa Lazio che già attivato tutti i monitoraggi, uno sforzo nella pubblicazione più veloce possibile dei risultati, per avere risposte sullo stato di qualità dell’aria e del suolo, durante e dopo questo drammatico incendio e sperando che i risultati possano far stare tranquille le persone. Intanto però a tutti i sindaci dei comuni coinvolti, chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per la salvaguardia della salute e dell’ambiente”.
Le indicazioni della Asl. Un documento è stato inviato ai sindaci dei comuni vicini all’area in cui si è propagato l’incendio
1) Tenere cautelativamente chiuse le finestre di abitazioni, scuole, uffici, strutture sanitarie e socio-assistenziali;
2) Limitare temporaneamente gli spostamenti non necessari;
3) Lavare nei prossimi giorni con molta accuratezza frutta e verdura di propria produzione.
Ulteriori e/o eventuali aggiornamenti saranno comunicati tempestivamente.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Coldiretti del Lazio
“Occorre mettere in atto tutte le misure necessarie per tutelare i cittadini e le imprese agricole delle aree interessate, dove si realizzano pregiate coltivazioni ortofrutticole”. È quanto afferma la Coldiretti del Lazio nel sottolineare che ci si trova di fronte a una situazione di chiara emergenza, perché il rogo genera preoccupazioni diffuse circa i possibili effetti sulla salute delle popolazioni residenti nei comuni interessati dalla colonna di fumo. “È bene adottare subito tutti gli accorgimenti evidenziati nelle ordinanze già emesse da alcuni sindaci e dai responsabili delle istituzioni sanitarie locali a tutela della sicurezza e della salute” dichiara il direttore della Coldiretti del Lazio Aldo Mattia, precisando che “dovranno essere immediatamente accertate responsabilità e verificati i danni diretti e indiretti alle imprese agricole”. “Occorre prudenza, anche per evitare inutili allarmismi. Attendiamo l’esito delle verifiche disposte dalle autorità” aggiunge il presidente della Coldiretti del Lazio, David Granieri.