Molti parlano di un possibile legame delle scosse con i segni di risveglio che inizia a dare il cosiddetto Vulcano Laziale
Quinta scossa di terremoto in neanche 20 ore nella breve serie sismica in corso ai Castelli romani.
Alle prime quattro scosse verificatesi tra le 3 e le 7,33 di ieri mattina, con magnitudo massima di 2.5, se n’è aggiunta una quinta ieri sera alle 21,48, con magnitudo di 2.4 ed identico epicentro, tra i due laghi dei Castelli romani (Castelgandolfo e Nemi) e nel territorio comunale di Ariccia, tra via dei Cappuccini e via dell’Uccelliera.
Anche in questo caso la profondità della scossa è stata stimata in 10 chilometri: come nelle precedenti occasioni la scossa è stata lievemente percepita dai residenti e non ha comunque provocato danni.
Molti parlano di un possibile legame delle scosse con i segni di risveglio che inizia a dare il cosiddetto Vulcano Laziale, attorno al quale si sviluppa la zona dei Castelli Romani.
Quella dei Colli Albani è l’area vulcanica alle porte di Roma costituita dalla caldera e dai coni interni di un vulcano in assoluto stato di quiete da 36.000 anni. Si tratta appunto del Vulcano Laziale, che ora inizia a dare segni di nuova attività, come rilevato da uno studio scientifico interdisciplinare condotto da Fabrizio Marra dell’INGV.
I Colli Albani sono monitorati da tempo e gli elementi emersi dalle ricerche sembrano tutti convergere nell’indicazione che l’area vulcanica è attiva e che a diversi chilometri di profondità si sta accumulando nuovo magma che rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo eruttivo.