A margine della giornata contro l’usura, e sui dati allarmanti diramati dall’indagine di CONFESERCENTI, che evidenziano in particolare come gli effetti della crisi economica portano l’usura ad essere sempre più la principale forma di sostentamento della malavita organizzata, interviene Fabrizio Cirilli, che nel 2001 con la legge regionale n.23 ha contribuito ad ottimizzare la legge nazionale e quindi a rendere il Lazio ed in particolare la Provincia di Latina, come territorio capofila in termini di efficienza nella prevenzione e nella lotta all’usura. “Sul nostro territorio l’usura rappresenta il ramo di azienda più redditizio per la criminalità organizzata. Il giro di denaro è talmente grande che in questi mesi abbiamo assistito ad una faida che ha insanguinato la nostra città per il controllo del mercato che ruota attorno a questa piaga e per la cui leadership si sono fronteggiate non due famiglie qualunque, bensì quella che fa capo ai casalesi e quella di famiglie rom stanziali. L’usura purtroppo resta la fonte privilegiata degli affari criminali, in quanto in sede giudiziaria è ancora difficile da stroncare con le indagini che non arrivano nemmeno al rinvio a giudizio o se lo fanno si risolvono con l’assoluzione. A fronte di questa situazione, però, oggi nella città di Latina e nell’intera Provincia, grazie a leggi intelligenti, ed in particolare la legge 23 del 2001 che ho avuto l’onore di firmare, ad associazioni capaci di utilizzarle, grazie al lavoro encomiabile delle forze dell’ordine e soprattutto ad un sistema politico che trasversalmente da destra a sinistra ha indirizzato la giusta attenzione a questo problema, si sono iniziate a creare crepe in un sistema malavitoso che sino a ieri era blindato dall’omertà e dalla paura. Sul nostro territorio e di quello della Regione Lazio in generale, la nuova normativa, oltre ad aver istituito un fondo regionale ed a facilitare l’accesso a quello nazionale, ha favorito la sinergia di tutti gli interlocutori preposti, nonché l’attività educativa rispetto al denaro e al credito, ed ha pertanto determinato la nascita di una cultura tra la gente secondo la quale l’usura è un fenomeno che si può prevenire e soprattutto, quando si finisce nella sua spirale, che denunciare conviene”.
Latina e la Provincia come esempio di efficienza a livello regionale e nazionale, quindi, e proprio per questo, a fronte delle centinaia di denunce, di arresti e di singole persone, famiglie e imprenditori, salvate dalla morsa dell’usura, l’obiettivo è quello di non abbassare la guardia e di potenziare gli strumenti già collaudati che sono stati messi in campo. Questo soprattutto in termini di risorse, per arrivare a raggiungere quei cosiddetti soggetti a rischio, che proprio come spiega la relazione di Conferscenti, a causa della crisi economica sono in aumento esponenziale. “Considerata la bontà di questo modelli – continua Cirilli – è fondamentale adeguare la quantità di questi strumenti alla quantità dei soggetti che ne hanno bisogno. Se andiamo a condividere i parametri legati alla crisi nel mondo del lavoro, le difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese e dei singoli, e ancora di più del meccanismo perverso con cui viene gestito il recupero dei crediti da parte del sistema bancario, nella nostra Provincia a fronte dell’esperienza maturata nel campo, possiamo asserire che i soggetti a rischio sono circa 60.000. In pratica circa il 20% della popolazione adulta, esclusi gli adolescenti e i pensionati. Fronteggiare detta emergenza con la normativa regionale, attraverso transazioni, anticipazione e garanzie bancarie, significherebbe impegnare 1,5 mln di euro l’anno per 15 anni che consentirebbero di salvare dalla spirale dell’usura gran parte dei soggetti a rischio. Ritengo questa essere la sfida che la classe politica locale, al di là e al di fuori delle polemiche in cui si è impantanata, debba affrontare e vincere per il rispetto del territorio a cui fa riferimento e grazie al quale esercita il proprio ruolo politico. E’un appello quindi ai colleghi delle varie forze politiche che si trovano in Regione per l’implementazione del fondo regionale, e affinché questa a sua volta faccia pressione sul governo. Questo è il percorso da seguire per continuare a toccare un nervo strategico per la lotta alla criminalità. Abbassare la guardia sul fenomeno usura e soprattutto non potenziare gli strumenti che efficacemente la contrastano sul nostro territorio, significherebbe vanificare gli incoraggianti ed eccellenti risultati raggiunti sono a questo momento”.
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