Cinque domande per rendere giustizia ai cittadini di Latina che pagheranno questa follia!”
Ora il rispetto nei confronti di chi pagherà materialmente questa “metrofollia”, che non sarà di certo chi l’ha proposta e portata avanti ma gli abitanti di Latina, ci impone di porre alcune domande e pretenderne le risposte:
1) Perché nonostante le grandi perplessità emerse da una semplice disamina degli atti, e poi evidenziate e segnalate all’amministrazione anche in atti ufficiali, il sindaco, l’ingegner Le Donne, il segretario Taglialatela, i revisori dei conti, il consulente del R.U.P. etc… non si sono accorti di quello che il Commissario prefettizio ha potuto rilevare in pochi mesi?
2) Che ruolo ha avuto il prof. Giovanni Pascone, incaricato dal sindaco come esperto nella commissione che avrebbe dovuto individuare i problemi economici e tecnici dell’opera?
3) Perché l’ex assessore ai trasporti della Regione Lazio Dalia (Pd), nonostante appartenesse allo schieramento politico avverso rispetto all’amministrazione di Latina, non ha fornito le risposte che avrebbero potuto bloccare la firma di questo contratto scellerato?
4) Che fine ha fatto l’inchiesta partita dalla Guardia di Finanza di Latina sulla società Sacaim di Venezia, una delle principali società che costituiscono la MetroLatina spa, della quale non abbiamo più sentito parlare?
5) E infine, con quali criteri sono stati individuati i progettisti e chi ha realmente incassato i milioni di euro di progettazione dell’opera?
Se a queste domande nelle prossime settimane non verranno date risposte la gente di questa città sarà legittimata a pensare di essere stata alla mercè di una “cricca”!
Al punto 2 forse possiamo già parzialmente rispondere noi con delle semplici informazioni recuperate su internet e già a suo tempo inviate a tutti gli organi competenti. Giovanni Pascone, il consulente del sindaco sulla commissione di supporto al R.U.P., chiamata ad individuare i problemi economici e tecnici del progetto, è lo stesso Pascone salito alla ribalta della cronaca il 16.12.09 a fronte di una presunta evasione di 40 milioni di euro e 16 di iva, sottratta all’erario che riguarderebbe parcelle non denunciate negli ultimi 3 anni.