Grande successo per il gazebo No Tia allestito nel quartiere Q4 oltre 250 persone hanno ritirato i moduli per chiedere i rimborsi.
Grande successo per il Gazebo No Tia allestito nel quartiere Q4, oltre 250 persone hanno ritirato i moduli per chiedere il rimborso dell’Iva indebitamente versata sulla Tariffa di igiene ambientale per il
periodo 2006-2009.
«E’ il segno inequivocabile – commenta il segretario cittadino del Pd, Giorgio De Marchis – che la società pontina si sta svegliando, tante persone hanno ritirato i moduli e, cosa importante, si sono dichiarate disponibili a sostenere la battaglia del Comitato No Tia» Per fare fronte alla crescente richiesta di assistenza, il Comitato No Tia attiverà dalla prossima settimana dei point informativi in Q4 ed in via Corridoni, dove sarà possibile ricevere assistenza in merito alla compilazione delle domande di rimborso e dei ricorsi in Commissione Tributaria.
«L’attività dei Gazebo – continua il segretario del Pd – proseguirà all’interno della Festa Democratica fino al 19 settembre, mentre sabato 18 settembre il Gazebo sarà installato in Piazza Moro, per consentire a tutti di partecipare».
Il Comitato esprime un ringraziamento a tutti per la straordinaria partecipazione. «Quello dei gazebo nei quartieri – sottolinea De Marchis – è un modo di fare politica vero basato sul contatto con le persone, in questi giorni stiamo ascoltando tante storie di vita quotidiana che ci restituiscono un’immagine preoccupante della realtà locale, molti ci dicono di faticare a pagare le bollette e ci rappresentano il fatto che la Tia con il suo peso eccessivo ha dato un colpo mortale ai già magri bilanci famigliari».
Il Comitato No Tia annuncia infine che chiederà infine un incontro alle associazioni dei consumatori.
«Ci aspettiamo – concludono i promotori dell’iniziativa – parole chiare da parte dell’Amministrazione sulle bollette per il 2010, che non dovranno prevedere il pagamento dell’Iva, a maggior ragione dopo la recente sentenza della Commissione Tributaria che ha confermato quanto già sentenziato dalla Corte Costituzionale».
Â