Sul caso Milanese il governo ha tenuto. Il «no» all’arresto è passato con sei voti di scarto, salvando il deputato del Pdl. I malumori nella maggioranza, tuttavia, non sono mancati. Scatenati dalla presenza di sette franchi tiratori nella maggioranza che hanno votato con l’opposizione e dall’assenza in Aula di Giulio Tremonti, di cui Milanese è stato consigliere politico. Ufficialmente, il ministro era impegnato per la riunione del Fondo monetario internazionale a Washington. Ma la sua decisione di non partecipare al voto ha scatenato più di un mal di pancia nel partito del premier. A cominciare proprio da Milanese, che si è detto «deluso» e «nauseato» dalla scelta del ministro di non prendere parte al voto. «Non c’è nessuna critica per chi era assente» ha poi corretto il tiro intervistato a Porta a Porta. Assai meno diplomatici alcuni deputati di maggioranza che, pur invocando l’anonimato, non hanno saputo trattenere le critiche in Transatlantico: l’assenza di Tremonti a Montecitorio «è immorale – hanno tuonato -. Noi siamo qui a salvare il suo collaboratore e lui non c’è».
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