Silvio Berlusconi non si ricandiderà. All’indomani del voto alla Camera (che di fatto ha decretato lo sgretolarsi della sua maggioranza) e delle annunciate dimissioni, il presidente del Consiglio, come ha fatto già martedì, si concede a giornali, radio e tv. Un colloquio con il direttore de La Stampa Mario Calabresi, un intervento al Gr1, un collegamento telefonico con Maurizio Belpietro su Canale5. Il Cavaliere sa che dopo il sì alla legge di stabilità toccherà al capo dello Stato decidere il da farsi. Tuttavia, la considerazione che «un altro esecutivo è impensabile» lo porta a vedere come unica alternativa quella del voto antici pato. «Appena sarà approvata la legge di stabilità mi dimetterò – ribadisce il premier – e, siccome non ci sono altre maggioranze possibili, vedo solo le elezioni all’inizio di febbraio, elezioni a cui non mi candiderò più», spiega comunque il Cavaliere, specificando anche che il candidato premier del centrodestra sarà Angelino Alfano, «che è accettato da tutti e sarebbe sbagliato bruciarlo adesso provando a immaginare un nuovo governo guidato da lui». L’ex Guardasigilli e attuale segretario del Pdl è dunque in pole position, come dice lo stesso premier accennando però anche alle primarie del centrodestra. Chi sarà il candidato premier «saranno le consultazioni tra il milione e duecentomila iscritti al Popolo della Libertà a stabilirlo». Berlusconi resterà comunque a disposizione del partito.
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