Sabato 29 maggio si terrà a Latina una manifestazione promossa dalla Flai Cgil e dalla Cgil di Roma e Lazio dei lavoratori immigrati occupati nel settore agricolo per protestare contro lo sfruttamento e il razzismo e per chiedere interventi urgenti di reale contrasto al lavoro nero. La manifestazione si svolgerà dalle ore 14 alle ore 19 con un corteo che attraverserà le strade del centro cittadino e che si concluderà in piazza della Libertà, davanti alla sede della Prefettura. I lavoratori immigrati occupati in agricoltura nel Lazio sono oltre 60.000, di cui ben 25.000 provenienti dall’India, e costituiscono il 19% del Pil dell’economia agricola regionale. Solo 8.000, però, sono quelli regolarmente registrati negli elenchi anagrafici dell’Inps mentre tutti gli altri sono occupati in nero.
Particolarmente grave è la questione salariale. La Flai stima, infatti, che fino a un anno fa un lavoratore immigrato aveva un costo medio orario di 3,50 euro, a fronte degli 8 euro previsti dalle tabelle contrattuali. Negli ultimi mesi questo costo è ulteriormente diminuito, arrivando a toccare i 2 euro l’ora e fino a scomparire del tutto. Si moltiplicano, infatti, in questi giorni i casi in cui questi lavoratori non vengono nemmeno pagati. A margine della manifestazione una delegazione sindacale e di lavoratori chiederà di essere ricevuta dal prefetto, con l’intenzione di presentare un documento con le richieste di interventi mirati per contrastare il lavoro nero, per dare vita ad una sistemazione alloggiativa decente per questi lavoratori, per favorire la ricongiunzione familiare e per la messa in atto di reali politiche d’integrazione.
“Abbiamo deciso di indire questa manifestazione – ha dichiarato la segretaria generale della Flai Stefania Crogi – per non lasciare soli questi lavoratori e per evitare che nelle campagne del Lazio si possano creare situazioni simili a quelle che abbiamo visto a Rosarno. Alla terribile condizione di vita e di lavoro di questi lavoratori si aggiungono infatti continui episodi di razzismo nei loro confronti, che non fanno altro che accrescere la tensione sociale e portare all’esasperazione questa situazione”. È per questo – ha concluso la dirigente sindacale – che chiediamo alle istituzioni di intervenire immediatamente e di mettere in campo tutte quelle misure necessarie a contrastare il lavoro nero e a fermare lo sfruttamento di chi lavora in agricoltura”.