Si terrà questa sera alle 18.30 la premiazione ufficiale alla quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
Un’edizione che ha segnato un cambio nel nome da festa a “Festival” forse per aggiungere un tocco d’internazionalità e glamour.
Una rassegna di nove giorni, che dal 28 Ottobre al 5 Novembre ha visto Roma e l’Auditorium Parco della Musica al centro del ciclone mediatico.
Un programma di proiezioni con una selezione di 16 film in concorso, spettacoli ed eventi speciali, incontri con attori e registi, una rassegna per le produzioni cinematografiche straniere, una dedicata al documentario, al cinema
per ragazzi e una sezione al cinema giapponese.
Al Giappone il festival era legato a doppio filo e a testimoniarlo non c’erano solo gli Ikebana sul Red carpet ma l’omaggio ad Akira Kirosawa con la proiezione della versione restaurata di “Rashomon”film del 1950, un focus interamente dedicato ai registi giapponesi contemporanei e una retrospettiva di undici film sul colosso di animazione Studio Ghibli.
Sapore di Amarcord sul tappeto rosso di Roma per la proiezione de “La Dolce Vita”, versione restaurata del capolavoro di Federico Fellini del 1960 e per l’omaggio a Ugo Tognazzi con la proiezione inaugurale di “Ritratto di mio padre” di Maria Sole Tognazzi a vent’anni dalla morte del grande attore italiano.
I candidati alla vittoria sembrano essere “In a Better World” di Susanne Bier, il drammatico “Rabbit Hole” di John Cameron Mitchell con Nicole Kidaman, “Oranges and Sunshine” di Jim Loach e “Kill me please” di Olias Barco.
Tutti titoli stranieri tra i quali primeggiano gli italiani: “La scuola è finita” di Valerio Jalongo e “Una Vita Tranquilla” di Claudio Cupellini con Toni Servillo.
Le prossime vittorie al botteghino saranno per “Last Night” di Massy Tadjedin, “The Social Network” di David Fincher e “The Kids are all Right”-“I ragazzi stanno bene”di Lisa Cholodenlo con la “regina” del festival Julianne Moore,
presentati nella sezione ufficiale fuori concorso e di cui sentiremo parlare nelle prossime settimane.
Siamo stati al festival sabato 30 Novembre per assistere all’evento speciale, la proiezione del documentario “Bhutto” di Duane Baughmann e Johnny O’Hara e alla proiezione del film fuori concorso “We want Sex” di Nigel Cole.
“Bhutto” un documentario per raccontare in due ore la storia della dinastia dal 1947 fino al tragico 2007 anno in cui, Benazir Bhutto,capo del partito democratico e primo ministro in un Pakistan dilaniato dalle lotte interne, fu uccisa da un brutale assassino dopo anni d’esilio.
We want sex , ultimo capitolo della saga al femminile del britannico Nigel Cole, dopo i successi de “L’erba di Grace” e “Calendar Girls”un film che racconta la lotta per la parità retributiva iniziata da un gruppetto di donne operaie in Inghilterra nel 1967.
L’atmosfera era quella di una festa, la musica, le istallazioni, la gente in giro fra gli stand, seduta ai tavolini e nella libreria. Un giornata di festa per Roma e i suoi cittadini da sempre abituati a vivere quotidianamente a contatto con i set e con il cinema.
Uno splendido pomeriggio di sole nel quale la mondanità e il Red carpet hanno mostrato il lato più umano anche attraverso gli attori che manifestavano per i tagli alla cultura con i loro cartelli “tutti a casa”.
Le star non sono il fulcro centrale di un festival, forse le uniche degne di nota sono state Martin Scorsese e Anita Ekberg, entrambi per la proiezione del cinquantesimo anniversario del capolavoro di Fellini.
Il festival è la gente che partecipa alla festa che si siede nella sala cinematografica con il cast e il regista del film che sta per vedere.
Lo fanno le iniziative, gli incontri e le promozioni di titoli , il cinema prima di tutto!
Non ci rimane altro che aspettare l’assegnazione del Premio Marc’Aurelio alla memoria di Suso Cecchi d’Amico (famosa sceneggiatrice scomparsa lo scorso luglio) e aspettare l’ennesima vittoria del cinema.
Tra qualche giorno, in anteprima, ci saranno alcuni articoli dedicati al documentario e al libro Riconciliazione di Benazir Bhutto e sul film We Want sex di Nigel Cole.
Articolo a cura di Reader’s Bench www.readersbench.blogspot.com