L’operazione della Polizia
Segregata, costretta a prostituirsi e a chiedere l’elemosina ad appena 13 anni da parte della zia e della nonna paterna. E’ a loro, diventate le sue aguzzine, che i genitori avevano affidato la ragazzina quando hanno deciso di stabilirsi in America. Ed è allora che è iniziato il dramma per la tredicenne. Sono stati gli agenti del commissariato San Paolo a portare alla luce questa storia terribile dopo una segnalazione. I poliziotti sono arrivati nel parcheggio di un supermercato, nell’area ovest della Capitale, e hanno trovato la ragazzina in compagnia di un uomo di 67 anni, poi arrestato per tentata induzione alla prostituzione. Oltre all’uomo, gli agenti hanno controllato anche una 26enne, risultata essere la zia della minore. Disposta un audizione urgente protetta, alla presenza di una psicologa delegata dal giudice, dal racconto della vittima sono emersi particolari agghiaccianti. Denutrita e analfabeta, la ragazza era stata allevata col solo scopo di accrescere il reddito della famiglia. Alle operatrici poi incaricate di seguirla, la giovane ha confidato che sia lei che le sue sorelline, erano costrette a chiedere l’elemosina; se non eseguiva gli ordini ricevuti veniva punita e presa a cinghiate, lasciata nuda e bagnata con l’ acqua gelata fuori dal container nel quale viveva. Per evitare tutto questo, e contro la sua volontà, spesso aveva accettato di ricevere le attenzioni di alcuni uomini, mandati dalla zia, che in compenso le offrivano dai 50 ai 70 euro. La ragazzina è stata portata in una Casa Famiglia mentre la Polizia ha arrestato quattro persone, tre zie e la nonna della 16enne che nel frattempo era fuggita in Romania. Per lei è stata necessaria l’estradizione. Lazio Tv