Le dimensioni del membro maschile di Cavalla69 “Ce l’ho meno lungo di una Cadillac ma più di una cornetta del telefono.”
Quant’è lungo il membro maschile ideale? Da tempo io e una mia cara amica, invece di chiederci quali siano le caratteristiche del Principe Azzurro, ci poniamo questa domanda, alla quale non abbiamo mai saputo dare una vera e propria risposta. Ci provo adesso per voi. In una sua intervista, il grande stallone italiano Rocco Siffredi ha dichiarato: “Purtroppo a volte la dignità di un uomo si misura con i centimetri dell’uccello. Basta mettere un uomo nudo e ha il pisello piccolo, beh… Diventa una nullità.” Be’, pensateci: con un membro grande si può dare sfogo alle fantasie perverse che la mente di tutte le donne, anche delle “finte sante”, architetta, effettuando posizioni da contorsionisti del Cirque du Soleil… Con un fallo piccolo non si può far molto, tranne viaggiare con la fantasia e lasciarsi cullare da dolci pensieri. È vero anche, tuttavia, che non tutti gli uomini (e le donne!) possono godere dei ben 24 centimetri che la natura ha donato a Rocco. In un recente studio pubblicato da scienziati londinesi, infatti, emerge che la lunghezza ideale è, secca e precisa, 13 centimetri. Addirittura, tale studio si propone il nobile scopo di consolare gli uomini che, nella nostra società, risultano sempre più afflitti dal confronto delle dimensioni del proprio organo maschile con quello degli altri, colleghi sportivi o pornoattori che siano. Ma…quanti centimetri passano esattamente dalla teoria alla realtà? Affrontiamo dunque la seconda questione: questo dato scientifico è supportato dall’analisi empirica? Ebbene, ciò che subito risulta evidente è che la verità è sempre relativa. Un “semplice” viaggio in giro per il mondo, righello alla mano, basta a tracciare una vera e propria mappa del membro maschile. Si va dai circa 18 centimetri del Congo ai circa 10 della Cina. Sorge allora un dubbio: che le dimensioni siano proporzionate esattamente, e banalmente, alla statura, rispettivamente dei congolesi e dei cinesi? Allora, ai poveri uomini afflitti, mi verrebbe soltanto voglia di consigliare: basterebbe che usaste il vostro, invece di guardare quello degli altri, per sentirvi meno frustrati. In realtà, dunque, il vero problema non è tanto avere un membro da stallone, quanto il fatto che molte persone non ne fanno buon uso e indossano addirittura una maschera: non tutti ammettono le proprie fantasie sessuali, anzi tendono a reprimerle… i locali sono pieni di giovani che vanno sempre negli stessi posti, ordinano sempre le stesse cose dal menù, trascorrono la serata tra un discorso mediocre e un altro e tornano a casa senza aver fatto neanche un pompino in un parcheggio. Nella migliore delle ipotesi si accoppiano pietosamente come Fosca e Raniero nella scena del film “Viaggi di nozze”, proprio nella sera che precede, non a caso, il suicidio della povera sposa. La tristezza e la bigotteria dei nostri tempi, inoltre, sembrano far ombra ad un’epoca che mi sentirei di definire aurea per la sessualità, poiché il pene vi assumeva addirittura le fattezze di un dio. Nell’antichità classica, infatti, in Grecia e soprattutto a Roma, si sviluppò il culto di Priapo, dio dall’enorme fallo, custode della fertilità di uomini e campi. Pensate a giardini e strade che tintinnavano di amuleti a forma di fallo, a gente che si salutava agitandoli, con la devota intenzione di scacciare il malocchio e allontanare le sciagure. Pensate a sacerdoti che celebravano riti, a cori che intonavano inni sacri, a poeti che scrivevano versi. Tutto in onore del fallo. Pensate ad oggi, e rattristatevi. Siamo passati da una cultura fallocentrica ad una completamente inibita, in cui gli uomini straparlano ma lo tengono nelle mutande, mentre le donne, per sentire il brivido, sono costrette a rifugiarsi nelle librerie e nei cinema a guardare “50 sfumature di grigio”, l’ultimo squallido fenomeno di massa che proietta una visione del sesso tipica di chi lo immagina come qualcosa di oscuro e straordinario, ma in realtà non ha mai visto un pene in vita sua. Vorrei invitare tutti, dunque, a riflettere sull’importanza della libertà, di non porre limiti a nessuna delle vostre fantasie, anzi, di realizzarle tutte. Non importa se avete voglia di fare sesso su un trattore in mezzo a un campo di grano, dietro una scogliera piena di gente, nel bagno di un aereo, o su una lavatrice mentre effettua la centrifuga… Potrei continuare all’infinito: basta soddisfare ogni vostra fantasia senza castrare le vostre menti. Siate liberi e sarete felici.