Oggi la scuola è stata aperta normalmente.
Una corsa prima all’ospedale ‘Sant’Eugenio’ dell’Eur e poi da lì al Policlinico ‘Gemelli’ di Roma, ma è stato tutto inutile: un bambino di 4 o 5 anni (fonti contrastanti), nazionalità italiana, è morto per sospetta meningite, così come è stata interpretata quella febbre altissima. Ciò ha messo in allarme le famiglie dei compagni di scuola del bambino, subito contattate per la profilassi antibiotica al pronto soccorso pediatrico del ‘Gemelli’, mentre altre famiglie si sono rivolte all’ospedale dell’Eur, preoccupate per i loro figli. Il bambino frequentava una scuola materna comunale in zona Laurentina, quadrante Sud della Capitale. Venerdì l’ultimo giorno di scuola prima del ponte dell’Immacolata e sabato mattina, alle 11, la febbre, sempre crescente. Tutto suggeriva una malattia infettiva; la conclusione dei medici del Sant’Eugenio è stata l’immediato trasferimento al ‘Gemelli’ per l’apposito reparto di Malattie infettive ed una rianimazione adatti al caso, ma il bambino non ce la fa. La paura che serpeggia tra le famiglie della scuola è che questa presunta meningite si diffonda. L’epidemiologo dell’Istituto superiore di Sanità, Gianni Rezza, in ogni caso chiarisce che i casi di meningite in Italia “sono di solito sporadici, ma è bene procedere alla profilassi per le persone a contatto più stretto con il caso”. Ma in effetti quanti sono nel nostro Paese i casi che si registrano? Ogni anno se ne hanno tra i 100 e i 200, “un tasso quasi fisiologico” precisa. Intanto questa mattina il plesso scolastico sarà regolarmente aperto, come fatto sapere ieri dal preside dell’istituto statale che si trova nello stesso edificio della materna frequentata dal bambino morto. Nel sito il dirigente scolastico ha pubblicato una comunicazione urgente alle famiglie in cui si legge: “Ho avuto comunicazione di un caso di meningite, purtroppo grave, presso la scuola materna comunale al piano terra del medesimo edificio ospitante 18 classi della nostra scuola primaria. Sulla base delle informazioni ricevute da personale medico, che ho contattato personalmente, vista la labilità del batterio in ambiente aperto e la chiusura per tre giorni dei locali scolastici, gli stessi si possono considerare sicuri”. Il preside ha assicurato di avere comunque chiesto una “accurata disinfezione del refettorio”, locale condiviso con i bambini della materna e ha espresso vicinanza alla famiglia del bimbo morto. Lazio Tv